Ucraina, cosa prevedono i referendum della Russia in in Donetsk, Lugansk, a Kherson e Zaporizhzhia
Tra il 23 e il 29 settembre prossimi nelle Repubbliche filorusse di Donetsk e Lugansk, nell'est dell'Ucraina, si svolgeranno i referendum di annessione a Mosca.
I parlamenti delle autoproclamate repubbliche hanno approvato oggi all'unanimità una legge per indire la votazione, secondo quanto riferito dalle agenzie di stampa russe.
Se confermato, si tratterebbe di una svolta nella guerra che Mosca sta portando avanti contro Kiev.
Il leader di Donetsk Denis Pushilin ha scritto personalmente al presidente Putin: "Nel caso di una decisione positiva a seguito del referendum, di cui non dubitiamo, le chiedo di prendere in considerazione la questione dell'adesione della Repubblica popolare di Donetsk alla Federazione Russa il prima possibile. Il popolo del Donbass, che ha sofferto a lungo, meritava di far parte del grande Paese che ha sempre considerato la sua madrepatria. Questo evento ripristinerà la giustizia storica, che milioni di persone russe desiderano".
Cosa cambia a Kherson e Zaporizhzhia
A quanto pare, un referendum sarebbe stato indetto anche nella regione di Zaporizhzhia, dove si trova la più grande centrale nucleare d'Europa, al momento sotto il controllo russo. Si dovrebbe svolgere solo il 23 settembre e i cittadini saranno chiamati a esprimersi "per la secessione dall’Ucraina, la creazione di uno Stato e la sua adesione" alla Federazione russa.
Stessa decisione è stata presa anche nella regione di Kherson, che ha fissato il voto da venerdì a martedì prossimi solo qualche ora dopo che il Consiglio civico aveva presentato un'iniziativa per celebrare il "referendum per l'annessione alla Russia, che garantirà la sicurezza nel territorio della regione".
Le notizie giungono dopo che il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov ha ribadito che spetta agli abitanti delle zone occupate decidere quale debba essere il loro status.
Per Kiev si tratta di "referendum farsa"
Ma per Kiev i referendum annunciati nelle scorse ore "non cambieranno nulla. Né lo farà qualsiasi mobilitazione ibrida. La Russia è stata e resta un aggressore che occupa illegalmente parti del territorio ucraino", si legge in un tweet del ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba, che ha aggiunto: "L’Ucraina ha tutto il diritto di liberare i suoi territori e continuerà a liberarli qualsiasi cosa dica la Russia".
Il capo dell’Ufficio del presidente ucraino Zelensky, Andriy Yermak, ha invece definito le votazioni annunciate un "ricatto ingenuo con minacce e storie dell’orrore", che arrivano perché "il nemico ha paura, manipola primitivamente. L’Ucraina risolverà la questione russa. La minaccia può essere eliminata solo con la forza".
La condanna della comunità internazionale
Anche gli Usa hanno definito una "farsa" i referendum annunciati nelle quattro regioni ucraine, così come la Francia, la Germania e la Polonia, il cui presidente Andrzej Duda ha affermato che non ne riconoscerà i risultati.
Anche il segretario generale della NATO, Jens Stoltenberg ha commentato la notizia dei referendum: "I piani russi di condurre referendum farsa nelle aeree occupate in Ucraina sono una flagrante violazione della legge internazionale, una ulteriore escalation della guerra di Putin".
Attesa per il discorso in tv di Putin
Intanto, questa sera è in programma un discorso di Putin in onda sulla tv russa che, secondo la stampa locale, dovrebbe fare "un appello" proprio riguardante i referendum nelle regioni del Donbass e di Zaporizhzhia.