Ucraina, plebiscito per l’indipendenza delle regioni russofone
E' stato un vero e proprio plebiscito: il referendum indetto in Ucraina dai separatisti ha fatto registrare l'89,07% dei voti a favore dell'autoproclamata Repubblica di Donetsk, mentre il 10,19% si è espresso contrariamente. Ad annunciarlo è stato Roman Luaghi, presidente della commissione elettorale centrale locale, che alla vigilia del voto aveva ripetutamente affermato come la consultazione – effettuata nelle regioni russofone di Donetsk e Lugansk – si contrapponesse alla svolta "fasciata e filo-occidentale" di Kiev.
I risultati ufficiali verranno resi noti solo nella serata odierna, ma l'affluenza è stata molto alta e nel pomeriggio di ieri ha raggiunto il 70%. Il voto, tuttavia, è stato definito illegale dall'Occidente, come ha ribadito ripetutamente anche il ministro degli Esteri dell'Unione Europea Catherine Ashton. Anche il presidente francese Hollande e gli Stati Uniti hanno definito la consultazione "nulla e non valida" mentre il governo ucraino ha parlato di una "farsa criminale ispirata, organizzata e finanziata dal Cremlino", come ha denunciato il ministero degli esteri.
Putin, dal canto suo, ha replicato che le accuse sono "sciocchezze assolute". Sulla possibilità di nuove sanzioni che potrebbero arrivare già oggi, sulla base della posizione che assumerà il Cremlino, il portavoce del presidente – intervistato dal quotidiano Kommersant – attacca: "A loro non importa come applicare gli accordi, se vi sia un dialogo, se si smette di sparare. Per loro è importante tenere le elezioni (presidenziali del 25 maggio) e chiudere la questione giuridica della legittimità del colpo di stato da loro organizzato".