Ucraina, per Zelesky “la pace non basta”. Putin accusa: “Nato partecipa alla guerra con armi a Kiev”
Resta alta la tensione tra Russia e Ucraina, non solo sul campo ma anche tra i leader dei due Paesi. Da un lato, il presidente ucraino Zelensky ha affermato, dopo aver chiesto un summit per la pace nel giorno del primo anniversario dell'invasione delle truppe di Mosca, che "la pace non basta".
Per Zelensky "l'Ucraina dovrà difendersi per 10 anni"
"Il pericolo di un'aggressione da parte della Russia potrebbe ripresentarsi. È quindi necessario costruire uno stato ucraino che in futuro sia in grado di difendersi", ha detto il numero uno di Kiev in una intervista rilasciata ai media locali e riportata dal sito presidenziale ucraino.
Secondo Zelensky, durante il processo negoziale di Istanbul con la Russia, la primavera dello scorso anno, nelle prime fasi della guerra, il suo Paese ha respinto, oltre alla richiesta, inesistente, di ‘denazificazione', anche quello di demilitarizzazione, preteso da Mosca: "Spiegammo che il nostro esercito deve essere in linea con quello che abbiamo, per poter difendere il nostro Stato". Infatti, prosegue il leader di Kiev, "se anche firmassimo il più stringente degli accordi, pensiamo che in un paio d'anno la Russia potrebbe riprovarci".
Putin attacca Nato e Usa
Anche Putin ha rilasciato una intervista nelle scorse ore all'emittente Rossiya-1, nel corso della quale è tornato ad attaccare l'Occidente, che ha un solo obiettivo: "Smantellare l'ex Urss e la Federazione Russa, cerca di dividere la Russia in piccole parti separatamente, per metterla sotto il suo controllo".
Ha continuato affermano che "noi come Russia ci opponiamo alla costruzione di un nuovo mondo che tiene conto solo degli interessi degli Stati Uniti d'America", ha detto, aggiungendo che Mosca non si oppone mai a cambiamenti di questo tipo, anche all'Onu, e pensa a come riformarlo. Ma un'altra cosa, secondo Putin, è un mondo sottoposto "ai soli interessi americani".
Si è poi riferito in particolare alla Nato, accusandola di "partecipare di fatto alla guerra, fornendo armi alle forze ucraine. Loro inviano decine di miliardi di dollari di armamenti all'Ucraina. Questa è di fatto una partecipazione al conflitto". E ancora: "I Paesi della Nato, seppur indirettamente, sono complici dei crimini del regime di Kiev, che, tra l'altro, sta bombardando aree residenziali della Novorossia e di Donetsk".
Controffensiva di primavera: "Liberiamo anche la Crimea"
Intanto, gli eserciti dei due Paesi si preparano in vista della primavera. Per il vice capo dell'intelligence del ministero della Difesa di Kiev (Gur) Vadym Skibitskyi, citato da Unian, l'obiettivo della prossima controffensiva è la liberazione di tutti i territori occupati, compresa la Crimea: "Ci fermeremo solo quando ripristineremo il Paese entro i limiti del 1991", ha precisato.
Uno degli obiettivi sarà il tentativo di "inserire un cuneo nel fronte russo a sud, tra la Crimea e la terraferma russa", ha spiegato Skibitsky, concludendo che "l'Ucraina colpirà i depositi di munizioni sul territorio russo, compresa la regione di Belgorod, gli attacchi partono da lì".