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Guerra in Ucraina

La Russia ordina l’arresto della giornalista Rai Battistini e del cameraman Traini: “Qui illegalmente”

Il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk, in Russia, ha accolto la mozione dell’ufficio regionale del servizio di frontiera russo di emettere un mandato di arresto per il cameraman italiano Simone Traini e la giornalista RAI Stefania Battistini. Rischiano fino a 5 anni di carcere.
A cura di Ida Artiaco
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"Sono entrati illegalmente in Russia dall'Ucraina per girare un servizio televisivo sulla situazione ucraina". Con questa accusa il tribunale distrettuale Leninsky di Kursk, in Russia, una parte della quale è occupata dalle forze ucraine, ha accolto la mozione dell’ufficio regionale del servizio di frontiera russo di emettere un mandato di arresto per i giornalisti italiani Simone Traini e Stefania Battistini.

Di cosa sono accusati Stefania Battistini e Simone Traini in Russia

I due, secondo l'accusa, "insieme ad alcune persone non identificate, sono entrati nella Federazione Russa dal territorio ucraino con l’intento di filmare un servizio televisivo sull’invasione del distretto di Sudzha nella regione di Kursk (trasmesso lo scorso agosto, ndr) da parte di unità armate ucraine con l’ausilio di carri armati, artiglieria e mezzi leggeri, veicoli blindati il 6 agosto 2024″, ha precisato il servizio stampa della magistratura, come ha scritto l'agenzia di stampa Interfax. Inoltre, si legge ancora nel comunicato, "Traini e Battistini, dopo aver oltrepassato illegalmente il confine russo, si sono recati a Sudzha, nella regione di Kursk, con un veicolo da trasporto di unità armate ucraine. I due giornalisti italiani inseriti nelle liste dei ricercati della Russia sono accusati di aver oltrepassato il confine di stato russo. Il giudice ha ordinato la custodia cautelare per loro".

La Russia nelle ultime settimane ha intensificato le indagini contro una dozzina di giornalisti stranieri accusati di essere entrati in Russia durante l'avanzata dell'esercito ucraino nella regione di Kursk in agosto. I due giornalisti rischiano fino a cinque anni di carcere secondo il codice penale russo.

Tajani: "Forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa"

"Il mandato d'arresto russo contro due giornalisti del TG1Rai è una ulteriore forma di persecuzione nei confronti della libertà di stampa", ha commentato il ministro degli Esteri Antonio Tajani su X. "Il governo italiano – ha concluso – sarà sempre schierato a difesa del diritto di una informazione indipendente".

"La richiesta russa di estradizione e l'ordine di arresto per Stefania Battistini e Simone Traini sono una provocazione inaccettabile", ha invece affermato l'Usigrai in una nota in cui ha chiesto "una presa di posizione unanime del Governo contro questa ennesima intimidazione nei confronti dei giornalisti italiani. Esprimiamo tutta la nostra preoccupazione per i contorni che sta assumendo questa vicenda. Rinnoviamo piena solidarietà ai colleghi del Tg1 e ci auguriamo che l'ambasciatore della Federazione Russa in Italia venga convocato con urgenza per chiarire la posizione del nostro Paese a tutela del lavoro giornalistico e della libertà di informazione".

Anche la Rai ha commentato la notizia del mandato d'arresto per la giornalista e il cameraman. "La richiesta di arresto avanzata dalle autorità russe per gli inviati Rai Stefania Battistini e Simone Traini, ‘colpevoli' di aver svolto con grande professionalità il proprio lavoro al servizio del pubblico, è la dimostrazione di quanto la democrazia e la libera informazione siano valori tanto preziosi quanto irrinunciabili. Proprio per questo, seguendo il loro esempio, il Servizio Pubblico continuerà a compiere con scrupolo, orgoglio e rispetto della verità, in tutti i campi, il proprio dovere di informare i cittadini. A Stefania e a Simone vanno la riconoscenza, la vicinanza, la stima e l'assistenza necessaria di tutta la Rai a garantire la loro incolumità", si legge in una nota dell'azienda.

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