Russia-Ucraina, l’appello della first lady Olena Zelenska: “I civili non devono diventare scudi umani”
In Ucraina si continua a combattere per il 37esimo giorno consecutivo. La situazione più critica resta quella di Mariupol, nel sud del Paese, da settimane assediata dalle forze russe. Secondo il presidente Zelensky almeno 5mila persone sono già state uccise nella città "martire". Proprio ai civili va il pensiero di Olena Zelenska, moglie del presidente ucraino, che in un'intervista al quotidiano La Repubblica ha parlato del conflitto in corso: "I civili non devono diventare scudi umani o vittime".
Olena Zelenska: "Quando la guerra finirà riporteremo tutti gli ucraini a casa"
Olena Zelenska ha spiegato al quotidiano la decisione di restare in Ucraina anziché cercare rifugio all'estero: "Mio marito è qui, io sto qui. Poi, tutti hanno il diritto di andarsene. Se non puoi aiutare nella resistenza, allora è meglio se te ne vai". La first lady auspica però che famiglie, bambini e anziani lascino presto le zone di guerra: "I civili non devono diventare scudi umani o vittime. Se qui restano molti civili, risulta difficile per i militari proteggere le città. Meglio essere un rifugiato che morire". La crisi umanitaria ha già causato tre milioni di rifugiati ucraini, ma Zelenska promette: "Quando la guerra finirà, riporteremo tutti in Ucraina". Adesso la priorità della moglie del presidente è raccontare cosa sta accadendo davvero nel Paese: "Stiamo conducendo una guerra dell'informazione, spiegando che questa non è una "operazione speciale", ma un massacro, un omicidio collettivo". Insieme alle first ladies di tutto il mondo, che ringrazia, sta lavorando per mettere in salvo bambini disabili, orfani e malati di cancro affinché possano continuare le cure in Polonia e in Francia: Lo facciamo perché così possiamo avvicinare l'Ucraina alla vittoria: salvando i nostri figli".
Olena Zelenska: "I russi stanno tornando al passato"
Nel corso dell'intervista la first lady parla del rapporto con i marito e con i figli, ormai abbastanza grandi per capire cosa sta succedendo intorno: "Sono loro che aiutano me". Poi parla della sua infanzia, quando c’era ancora l’Unione Sovietica, facendo un paragone con il presente: "Oggi i russi stanno facendo un ritorno al passato, che è una cosa senza senso. Quel Paese non esiste più e non potrà esistere più. È finito tanto tempo fa. Con questa guerra, i russi hanno solo aumentato il divario tra noi e loro – spiega – questa è la differenza: noi guardiamo al futuro, loro al passato".