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Guerra in Ucraina

Ucraina, Kiev: “In un video 16 soldati prigionieri messi in fila dai russi e uccisi in prima linea”

“Tali azioni costituiscono una cinica e grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e si qualificano come un grave crimine internazionale” sostengono gli ucraini che hanno aperto un’inchiesta per crimini di guerra e omicidio dopo la diffusione del video sui social.
A cura di Antonio Palma
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L'Ucraina ha denunciato quella che definisce  "la più grande esecuzione di prigionieri in prima linea" dopo la diffusione di un video che riprenderebbe l'uccisione a sangue freddo di 16 soldati ucraini catturati nei dintorni dei Pokrovsk, sul fronte di Donetsk. Il filmato è apparso sui canali social il primo ottobre scorso e riprenderebbe l'esecuzione di 16 militari ucraini catturati o arresi durante i combattimenti nell'area dei villaggi Mykolaivka e Sukhyi Yar.

Nel video, registrato probabilmente con un drone da lontano, si vedono alcuni uomini che escono da un bosco nel territorio controllato dai russi. Poi vengono messi in fila sul ciglio di quella che sembra essere una strada fangosa e cadono poco dopo senza vita sotto i colpi di arma da fuoco. Il filmato poi ritrae presumibilmente prigionieri sopravvissuti che mostrano qualche segno di vita che vengono colpiti a morte da distanza ravvicinata dagli stessi uomini che avevano sparato in precedenza.

"Dopo averli messi in fila, gli occupanti hanno deliberatamente aperto il fuoco contro di loro per ucciderli. I feriti, che mostravano segni di vita, sono stati uccisi con colpi da distanza ravvicinata. Tali azioni costituiscono una cinica e grave violazione delle Convenzioni di Ginevra e si qualificano come un grave crimine internazionale" sostengono gli ucraini che hanno aperto un'inchiesta per violazione delle leggi e delle consuetudini di guerra e omicidio.

Io video è ora nelle mani della procura regionale di Donetsk, che ha avviato un'indagine preliminare. "Questo è il caso più imponente di esecuzione di prigionieri di guerra ucraini in prima linea. E questa è un'altra prova che gli omicidi e le torture dei prigionieri non sono un incidente, ma una politica precisa della leadership militare e politica russa"  ha sottolineato il procuratore generale Andriy Kostin spiegando che "Attualmente si stanno adottando misure per verificare il materiale pubblicato. Sono state avviate azioni investigative e di perquisizione volte ad accertare tutte le circostanze del reato presupposto".

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