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Guerra in Ucraina

Ucraina, il municipio di Mariupol conta i morti della guerra: “Quasi 1600 da inizio assedio”

La città simbolo dell’invasione russa conta le vittime dall’inizio della guerra. In una comunicazione via Telegram l’account del municipio condanna i russi: “Ogni occupante brucerà all’inferno”.
A cura di Andrea Parrella
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È la città più colpita, il luogo del terrore. Se nel contesto di una guerra che sta colpendo indiscriminatamente buona parte della popolazione ucraina non ha senso stilare una graduatoria, dal punto di vista simbolico Mariupol rappresenta tutta la spietatezza dell'invasione russa in Ucraina. Il bombardamento sull'ospedale pediatrico della città nell’oblast' di Donetsk è solo il dato più eclatante di un assedio che ormai prosegue da giorni e che ha prodotto quasi 1600 morti dall'inizio delle ostilità. Lo annuncia il municipio cittadino della città di Mariupol via Telegram: "1.582 pacifici residenti di Mariupol sono stati uccisi dalle forze di occupazione russe in 12 giorni di blocco della città e bombardamenti spietati dei quartieri residenziali". L'annuncio prosegue così: "Ogni occupante brucerà all'inferno. Non dimenticheremo e non perdoneremo mai questo crimine contro l'umanità, contro l'Ucraina, contro Mariupol".

La città sotto assedio, Russia accusata di "crimini di guerra"

L'assedio della città prosegue, mentre la guerra di informazione tra Ucraina e Russia, fatta di annunci pubblici e rispettive denunce di fake news, continua ad inquinare e offuscare quanto accade da giorni a Mariupol. Mosca nelle scorse ore si è limitata ad annunciare di aver "preso il controllo" di "diversi quartieri" della città . Ma i bombardamenti, concretamente, non si sono mai interrotti. Kiev ha accusato i russi aver deliberatamente impedito l'evacuazione dei civili perché non sarebbe riuscita a impossessarsi dello strategica centro portuale sul Mar Nero. Le autorità di Mariupol hanno chiaramente parlato di crimini di guerra per il bombardamento all'ospedale pediatrico.

Mosca attacca: "attrice incinta" fotografata all’ospedale pediatrico

A proposito di conflitto mediatico, nella giornata di ieri c'è chi inizialmente è arrivato anche a smentire l'attacco stesso all'ospedale. "Una messinscena provocatoria", riportava il ministero della Difesa russo, citato da Interfax. "I caccia russi nell'area di Mariupol non hanno assolutamente mai avuto il compito di colpire obiettivi a terra", aveva detto il portavoce del ministero della Difesa russo, Igor Konashenkov. Al contempo, nelle ore successive propria Mosca aveva ammesso di aver colpito l'ospedale "usato come base del battaglione Azov", erano state le parole ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov, facendo riferimento al reparto militare ucraino nazionalista e sostenendo che la frangia estrema delle truppe di Kiev usa "civili come scudi umani", tenendoli "come ostaggi". Nelle stesse ore l'ambasciata russa nel Regno Unito aveva espresso dubbi sulla foto-simbolo del bombardamento, sostenendo che la donna incinta ferita tra le macerie fosse in realtà un'attrice. Il tweet era stato poi cancellato e va detto che a scattare quelle immagini per Associated Press era stato Evgeniy Maloletka: fotografo freelance, pluripremiato, i cui lavori sono stati pubblicati da Bbc, Nbc e da diversi media internazionali.

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