Ucraina, esplosione distrugge missili per flotta russa in Crimea. Cina: “Mosca aperta a colloqui di pace”
Mentre volge a termine la visita del presidente cinese Xi in Russia, dopo l'incontro di ieri con il russo Putin, non si fermano i combattimenti sul campo. Nella notte missili da crociera russi "Kalibr" trasportati in treno e destinati alla flotta russa nel Mar Nero sono stati distrutti in un'esplosione avvenuta nella città di Dzhankoi, in Crimea, e bombardamenti si sono verificati nella regione di Kharkiv.
Esplosione in Crimea: cosa è successo
L'annuncio dell'esplosione in Crimea è stato dato dal ministero della Difesa ucraino. Le autorità di Kiev, sottolinea la Cnn, non hanno rivendicato direttamente la responsabilità dell'attacco, affermando però che serve a "smilitarizzare ulteriormente la Russia e preparare la penisola di Crimea alla liberazione dall'occupazione".
Sergei Askyonov, a capo delle autorità filorusse locali, ha confermato l'attacco e l'attivazione del sistema di difesa aerea della regione e – riporta la Dpa – ha annunciato l'abbattimento di due droni ucraini a Dzhankoi. Una persona è rimasta ferita e due edifici sono stati danneggiati, ha aggiunto. Da parte russa non ci sono conferme all'avvenuta distruzione dei missili.
Bombe russe su Kharkiv
L'esercito russo ha inoltre bombardato questa mattina intorno alle 6:00, le 5:00 in Italia, il villaggio di Basove nella regione di Kharkiv, nell'Ucraina orientale, danneggiando alcune le linee elettriche: lo ha reso noto su Telegram il capo dell'Amministrazione militare regionale, Oleg Sinegubov, come riporta Ukrinform.
In totale ieri le forze russe hanno lanciato 21 raid aerei e 9 attacchi missilistici in Ucraina, di cui uno nella città di Slavyansk (est), che non ha provocato vittime: lo ha reso noto lo Stato Maggiore delle forze armate di Kiev nel suo aggiornamento quotidiano del conflitto aggiungendo che Mosca ha sparato anche una sessantina di razzi con sistemi a lancio multiplo. Da parte loro, le truppe ucraine hanno respinto 120 attacchi russi nelle direzioni di Lyman, Bakhmut, Avdiivka, Mariinka e Shakhtarsk, nella regione di Donetsk, nell'Ucraina orientale.
Cina: "Russia aperta a colloqui di pace"
Dopo la visita del presidente Xi a Mosca, i contatti di Pechino con la Russia contribuiranno a portare pace. È quanto ha detto a Pechino Wang Wenbin, portavoce del ministero degli Esteri cinese. "La Russia ha studiato attentamente il documento di posizione della Cina sulla soluzione politica della questione ucraina ed è aperta a colloqui di pace", ha detto il portavoce, aggiungendo che "il presidente Putin ha dichiarato che la Russia apprezza la posizione coerente della Cina di sostenere l’equità, l’obiettività e l’equilibrio sulle principali questioni internazionali".
Anche perché Pechino continuerà a fare delle relazioni russo-cinesi "una priorità", come ha sottolineato proprio Xi Jinping che questa mattina ha incontrato il primo ministro russo, Mikhail Mishustin, che lo ha accolto nella sua residenza. Cina e Russia sono "grandi potenze vicine" e "partner strategici", ha aggiunto Xi.
Scholz: "La guerra potrebbe durare a lungo"
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz, intanto, ha dichiarato di non aspettarsi che la guerra in Ucraina finisca presto, ribadendo che la pace è impossibile senza il ritiro delle truppe russe. "Dobbiamo essere preparati al fatto che questa (guerra, ndr) potrebbe richiedere molto tempo", ha detto Scholz ad un evento organizzato ieri dal Rheinische Post.
Mosca non può dettare i termini della pace in Ucraina, ha aggiunto. "L'Ucraina deve essere in grado di difendere la sua integrità e indipendenza", ha proseguito, confermando – come aveva detto il 5 marzo – di non vedere la possibilità di una pace senza il ritiro delle truppe russe.