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Ucraina: combattimenti in strada a Donetsk, decine di morti e civili evacuati

Si combatte strada per strada nella città dell’est autoproclamatasi indipendente. Per Kiev ci sono decine di morti, per i separatisti oltre un centinaio.
A cura di Antonio Palma
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È ormai guerra aperta tra separatisti filorussi e esercito ucraino a Donetsk, nell'Est del Paese. Dopo gli scontri armati di lunedì attorno all'aeroporto con bombardamenti dell'aviazione di Kiev, oggi infatti la battaglia si è estesa a gran parte della città autoproclamatasi indipendente e i combattimenti proseguono strada per strada. Donetsk è ormai nel caos dopo che tutte le vie di comunicazione sono state bloccate e la città sostanzialmente circondata  dai militari ucraini. Le vittime degli scontri sarebbero già diverse decine, addirittura un centinaio secondo i separatisti. Tra le vittime "almeno la metà sono civili  e non riusciamo ancora a recuperare i cadaveri perché siamo sotto il tiro dei cecchini" hanno annunciato le autorità dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk che hanno anche emesso un ordine di evacuazione per gli abitanti della zona. In precedenza le autorità di Kiev avevano confermato i violenti scontri parlando di "decine di morti" tra le fila dei ribelli, senza precisare se fossero civili o miliziani. Secondo il sindaco della città, Oleksandr Lukyanchenko, invece il bilancio è di 40 morti, di cui 38 combattenti e due civili, più 31 persone ferite.

L'operazione militare dell'esercito ucraino continuerà "finché sul territorio ucraino non rimarrà neanche un singolo terrorista" ha minacciato il vice premier ucraino Vitali Iarema. Intanto nel caos degli scontri, che sono proseguiti anche nella notte, si sono persi i contatti con gli uomini della missione Osce. "Non siamo ancora riusciti a ristabilire i contatti" hanno spiegato in una nota dall'organizzazione internazionale. Il gruppo che opera nell'area è composto da quattro membri provenienti da Turchia, Svizzera, Estonia e Danimarca e faceva parte del più ampio gruppo di osservatori arrivati nel Paese per monitorare le elezioni presidenziali di domenica scorsa.

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