Ucraina, ancora scontri e vittime. Filorussi: “Niente tregua a Debaltsevo”
Si continua a combattere in Ucraina a poche ore dall’inizio della tregua decisa durante il vertice di Minsk e che entrerà in vigore a mezzanotte ora locale (le 23 in Italia). Nelle ultime 24 ore ci sono stati numerosi attacchi durante i quali sarebbero morti sette soldati e una ventina di persone sarebbero rimaste ferite. Una potente esplosione oggi ha scosso la piazza centrale di Donetsk dove il capo della autoproclamata Repubblica Indipendente, Oleksandr Zakharchenko, stava per tenere una conferenza stampa. Zakharcenko ha spiegato che l'esplosione è stata causata da tre mine deflagrate a soli 100 metri dal Park Inn Hotel dove era in corso la conferenza e ha provocato due morti. Il leader separatista ha annunciato che tutto il territorio della regione ucraina di Dontesk farà parte della Repubblica Popolare di Donetsk, non importa come sarà conquistato. Secondo Zakharcenko, le milizie separatiste rispetteranno il cessate il fuoco che entrerà in vigore a mezzanotte ma non a Debaltsevo perché gli accordi di Minsk non dicono “una parola” al riguardo. “Se non sarà soddisfatta la nostra richiesta di un'indipendenza di fatto, rivendicheremo tutto il territorio della regione di Donetsk”, ha affermato Zakharcenko.
Il presidente Poroshenko: “Tregua o legge marziale” – Secondo il presidente ucraino Petro Poroshenko gli intensi combattimenti di queste ore sono una “grave minaccia” per l'entrata in vigore del cessate il fuoco. Il presidente ha annunciato che avrà colloqui telefonici con il presidente Barack Obama e i leader di Germania e Francia, Angela Merkel e Francois Hollande. Lo stesso presidente ha ribadito che, in caso di fallimento del cessate il fuoco, “dovremmo prendere una decisione durissima ma necessaria imponendo la legge marziale non solo nelle regioni di Donetsk e Lugansk ma in tutto il Paese”.