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Guerra in Ucraina

Ucraina, al via i referendum per l’annessione dei territori occupati. Urne aperte in Kamchatka

Prendono il via oggi i referendum per l’annessione delle province di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia. L’esito della consultazione non verrà riconosciuto dall’Ucraina.
A cura di Davide Falcioni
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Prendono il via oggi i controversi referendum imposti dalla Russia per l'annessione delle province di Luhansk, Donetsk, Kherson e Zaporizhzhia.

I primi seggi elettorali sono stati aperti nella Kamchatka, nell'estremo oriente russo. Lo ha annunciato la Tass precisando che in quest'area si trovano numerosi sfollati dalle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Lugansk e delle regioni di Kherson e Zaporozhye, in Ucraina. "Quattro seggi elettorali sono stati aperti presso i rifugi temporanei per gli sfollati e resteranno aperti fino al 27 settembre", ha dichiarato la commissione elettorale della Kamchatka.

La consultazione referendaria è stata duramente condannata dall'occidente, secondo cui il piano di Mosca sarebbe quello annettere quelle provincie, rappresentanti il 15% del territorio ucraino. Per questa ragione, dando scontato un esito favorevole alla Russia, l'Ucraina ha fin da subito dichiarato che non riconoscerà la legittimità del voto. I referendum erano stati discussi per mesi dalle autorità filo-russe, ma le recenti vittorie dell'Ucraina hanno provocato un'improvvisa accelerazione.

Per il Cremlino la consultazione rappresenta un'opportunità per i residenti della regione di esprimere la propria opinione. "Fin dall'inizio dell'operazione … abbiamo detto che i popoli dei territori dovrebbero decidere il loro destino, e la situazione attuale conferma che vogliono essere padroni del loro destino", ha affermato il ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov, omettendo però che un voto convocato con pochi giorni di preavviso, in territori martoriati dalla guerra e con centinaia di migliaia di profughi, non può essere ritenuto regolare.

Non a caso il governatore ucraino in esilio di Lugansk Sergey Gaidai ha denunciato episodi inquietanti: "Gli occupanti russi hanno organizzato gruppi armati per circondare le abitazioni e costringere le persone a partecipare al cosiddetto ‘referendum'. I cittadini sono stati minacciati: ‘Coloro che non parteciperanno alla votazione verranno automaticamente licenziati dal lavoro". "Le autorità hanno vietato alla popolazione locale di lasciare la città tra il 23 e il 27 settembre (date in cui si tiene il referendum di annessione alla Russia)".

Lunghe code per fuggire dalla Russia

Nel frattempo continua l'esodo dalla Russia dopo l'annuncio della mobilitazione parziale. Lunghe code si sono formate nella notte al confine con la Georgia, secondo quanto riferisce la Bbc, che mostra anche le immagini di file interminabili di auto con a bordo soprattutto uomini russi che stanno tentando di lasciare il Paese per evitare l'arruolamento forzato per la guerra in Ucraina.

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Il Cremlino afferma che le notizie sulla fuga di uomini in età da coscrizione sono esagerate, ma alcuni testimoni hanno stimato che la coda di auto al checkpoint di Upper Lars fosse lunga circa 5 chilometri, mentre un altro gruppo ha dichiarato che ci sono volute sette ore per attraversare il confine. Un uomo in coda in età da chiamata alle armi, che non ha voluto rivelare il suo nome, ha detto a un reporter della BBC di aver preso il passaporto e di essersi diretto al confine senza neanche fare le valigie subito dopo l'annuncio del presidente Putin. "Mi spezzerò un braccio, una gamba, qualsiasi cosa pur di evitare di partire", ha detto. Un aumento del traffico si è registrato nella notte anche al confine con la Finlandia, che condivide un confine di 1.300 chilometri con la Russia ma richiede un visto per l'ingresso.

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