Ucciso il leader talebano che ordinò di colpire Malala, raggiunto e freddato da un drone
Il leader dei talebani pakistani che nel 2012 ordinò di sparare alla giovanissima Malala Yousafzai è stato ucciso nelle scorse ore in Afganistan in un raid aereo delle forze armate statunitensi. A renderlo noto è stato il ministero della Difesa afghano, spiegando che l'uomo, Mullah Fazlullah, è stato raggiunto e colpito in un attacco di un drone Usa nella provincia nordorientale di Kunar dove si era rifugiato, al confine tra Afghanistan e Pakistan. “Posso confermare che il leader del Tehrek-e-Taliban Pakistan (Ttp) è stato ucciso in un’operazione congiunta afghana e americana a Kunar” ha annunciato Mohammad Radmanesh, portavoce del ministero della Difesa afghano. La notizia è stata confermata da un tenente dell’esercito statunitense, Martin O’Donnell, mentre non ci sono conferme ufficiali dal Pakistan
Il leader dei talebani pakistani si era rifugiato da tempo in Afghanistan dopo la cacciata del movimento Ttp dal paese in seguito a una serie di offensive dei militari di Islamabad contro le sue roccaforti. Yousafzai però non si era allontanato molto, rifugiandosi nel vicino Afghanistan. L'uomo era ritenuto il mandante dell'agguato a Malala che però sopravvisse all'attentato benché colpita alla testa e successivamente e insignita anche del Nobel per la Pace. Fazlullah però era tra i principali ricercati anche per una serie di altri sanguinosi attentati nel Paese come quello del 2014 contro una scuola di Peshawar costato la vita a 132 bambini. Per questo su di lui vi era anche una taglia di 5 milioni di dollari offerta dal governo Usa a chiunque avesse dato informazioni utili alla sua cattura. Fazlullah, che era a capo del movimento dopo l'uccisione del suo predecessore, avvenuta sempre in un raid di un drone americano, sarebbe stato raggiunto e freddato con altri quattro comandanti nella zona di Marawar