“Mio padre ha fatto uccidere Pranay perché era di una casta inferiore”. Non si dà pace Amrutha, una giovane di 21 anni, incinta al quinto mese, che ha visto ammazzare davanti ai suoi occhi il marito. Pranay, di 24 anni, è stato ucciso da un killer armato di machete all'uscita da un ospedale di Miryalaguda, una città nell'Andhra Pradesh, uno Stato dell'India centro-orientale. La polizia ha già arrestato il padre e lo zio della ragazza con l’accusa di essere i mandanti dell’omicidio. Secondo quanto ha dichiarato la polizia, il 14 settembre, un killer ha atteso che i due giovani uscissero dall'ospedale per colpire ripetutamente Pranay con un machete. A nulla sono valsi i tentati dei medici per salvargli la vita e l’uomo è spirato poco dopo.
L’amore tra i due ragazzi era sbocciato tra i banchi del liceo. Una storia come tante se non fosse che Pranay apparteneva alla casta dei Dalit (in passato definiti come “intoccabili”), un ʽfuoricastaʼ come si conoscono nel sistema sociale e religioso induista. Amrutha, invece, è la figlia di un’agiata famiglia di agenti immobiliari. E in India la differenza di caste ha ancora un peso enorme, tanto da spingere all'omicidio. Fin da piccola – ha affermato la giovane alla Bbc – la madre le proibisce di mantenere rapporti d’amicizia con i bambini di caste inferiori. I suoi genitori, quando scoprono la relazione con Pranay, cercano in tutti i modi di impedire che i due si vedano. “Dovevamo incontrarci di nascosto – ha raccontato Amrutha – per me non aveva nessuna importanza la sua casta o il fatto che la sua famiglia non avesse soldi. L’importante era che ci amassimo”. Di fronte all'ostinazione della figlia, il padre decide nell'aprile del 2016 di rinchiuderla in casa. “Non potevo più parlare con Pranay ma quello che mi ha fatto andare avanti è stato il mio amore per lui”.
Amrutha, però, riesce a fuggire dalla prigione domestica e nel gennaio di quest’anno, i due giovani si sposano. Pochi mesi dopo, Amrutha scopre di essere incinta e assieme al marito pensano di trasferirsi in Canada. Ma alla fine decidono di aspettare la nascita del bambino prima di lasciarsi alle spalle il rigido sistema sociale del loro Paese. La ragazza a questo punto racconta ai genitori della gravidanza sperando che questo avrebbe ammorbidito la loro posizione. Amrutha si sbaglia: il padre appena saputa la notizia le ordina di abortire. “Abbiamo sempre vissuto nella paura, ma non avrei mai pensato che mio padre avrebbe commesso una simile crudeltà”, ammette.
Il giorno dell’aggressione, Amrutha, chiede al marito di accompagnarla ad una visita di routine in ospedale. Con loro c’era anche la madre di Pranay. Come hanno documentato le immagini delle telecamere di sicurezza, mentre i tre stanno uscendo dal nosocomio, un killer li segue e colpisce Pranay alle spalle con un machete. L’uomo stramazza al suolo e l’aggressore lo finisce prima di darsi alla fuga mentre Amrutha corre in cerca d'aiuto. “Quando ho chiamato mio padre – ha continuato la ragazza – mi ha risposto: ʽCosa vuoi che faccia? Devo portalo in ospedale?ʼ”.
La polizia ha arrestato il padre di Amrutha, Maruti Rao, e altre sei persone coinvolte nel crimine, tra cui lo zio. Il sovrintendente distrettuale, A V Ranganath, ha dichiarato che per la morte di Pranay il suocero ha pagato 10 milioni di rupie (117.000 euro). Il padre della ragazza ha ammesso di essere il mandante e di averlo fatto perché Pranay era un Dalit, figlio di una famiglia povera. Un assurdo ʽdelitto d’onoreʼ, come vengono chiamate in India le uccisioni di chi ha osato sfidare i voleri delle loro famiglie sposando un partner di una casta inferiore.
L’omicidio di Pranay ha suscitato indignazione e rabbia tra la popolazione Dalit e Amrutha e i genitori del ragazzo ucciso stanno ricevendo l’appoggio di diversi gruppi che si battono per i diritti degli ʽintoccabiliʼ. Sulla veranda di casa, una fotografia di Pranay felice e sorridente è diventata la meta di migliaia di persone che stanno lasciando petali di fiori e candele. La giovane vedova ha aperto una pagina Facebook, Justice for Pranay, che in pochi giorni ha già raggiunto oltre 126.000 followers. E anche su Twitter sono migliaia a chiedere la fine del sistema di caste in India.
“La colpa è di tutta la mia famiglia, non tornerò mai più da loro – ha concluso Amrutha – adesso l’unica mia famiglia sono i genitori di Pranay”.