Uccisione Soleimani, ministro Iran a segretario Onu: “Conseguenze incontrollabili”
L’uccisione da parte degli Stati Uniti del maggiore generale Ghassem Soleimani potrebbe avere “conseguenze incontrollabili”. È quanto ha detto il ministro degli Esteri Mohammad Javad Zarif al segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres durante una conversazione telefonica avvenuta nella serata di venerdì. Zarif ha ribadito al segretario Onu che l'azione è stata "un atto terroristico" e che, per la grande popolarità di Soleimani tra i popoli della regione dovuta al suo impegno contro il terrorismo, "il suo martirio avrà conseguenze che non possono essere controllate da nessuno e la cui responsabilità ricadrà sugli Stati Uniti". Il segretario generale delle Nazioni Unite aveva già espresso la sua preoccupazione per l'escalation di tensione in Medio Oriente, invitando tutte le parti in campo alla massima moderazione. Oggi intanto migliaia di persone hanno partecipato al primo corteo funebre per Qassem Soleimani a Baghdad.
Lettera dell'Iran all'Onu: "Dagli Usa atto di terrorismo" – "L'assassinio del generale Qassem Soleimani è un esempio evidente di terrorismo di Stato e, in quanto atto criminale, costituisce una grave violazione dei principi di diritto internazionale, compresi quelli stipulati nella Carta delle Nazioni Unite. Comporta quindi la responsabilità internazionale degli Usa", il messaggio invece dell'ambasciatore iraniano all'Onu, Takht Ravanchi, in una lettera inviata al segretario generale Antonio Guterres.
“Usa comprino le bare per i loro soldati” – Gli Usa "devono cominciare a ritirare le loro forze dalla regione islamica da oggi, o cominciare a comprare bare per i loro soldati", le parole successive all’uccisione del generale Soleimani del vice capo delle Guardie della rivoluzione iraniane, Mohammad Reza Naghdi, citato dall'agenzia Fars. Naghdi ha aggiunto che "il regime sionista dovrebbe fare le valigie e tornare nei Paesi europei, da dove è venuto, altrimenti subirà una risposta devastante dalla Ummah islamica". "Possono scegliere – ha concluso l'ufficiale iraniano – a noi non piacciono gli spargimenti di sangue".