Uccisione di Soelimani, ambasciata Usa ordina ai cittadini americani di lasciare l’Iraq
I cittadini statunitensi sono invitati a lasciare immediatamente l’Iraq con ogni mezzo possibile, è l’appello lanciato in questi minuti dall’ambasciata Usa a Baghdad a seguito dell’escalation di tensione nel Pese seguita al raid contro il potente generale iraniano Qassem Soleimani. “A causa delle crescenti tensioni in Iraq e nella regione, l'Ambasciata degli Stati Uniti esorta i cittadini americani a prestare attenzione agli avvisi di sicurezza e a lasciare immediatamente l'Iraq. I cittadini statunitensi dovrebbero partire per via aerea quando possibile e, in mancanza, verso altri paesi via terra” recita l’avviso lanciato nella mattinata di oggi, venerdì 3 gennaio. La decisione è scattata dopo il raid lanciato nelle scorse ore su decisione del presidente Donald Trump contro un convoglio all'aeroporto della capitale irachena per uccidere Soleimani
“A causa degli attacchi al complesso dell'Ambasciata degli Stati Uniti da parte dei miliziani appoggiati dall'Iran, tutte le operazioni consolari pubbliche sono sospese fino a nuovo avviso” aggiunge il comunicato, concludendo: “I cittadini statunitensi non dovrebbero avvicinarsi all'ambasciata. Il Consolato Generale degli Stati Uniti a Erbil è aperto per rilasciare i visti, inclusa l'emissione del passaporto. I cittadini statunitensi in Iraq o quelli preoccupati per la famiglia in Iraq dovrebbero contattare il Dipartimento di Stato”. La decisione era nell’area dopo le numerose minacce arrivate sia da Teheran, che ha promesso vendetta, sia da altre formazioni integraliste locali.
L'attacco militare Usa infatti ha scatenato una valanga di minacce da parte di numerosi gruppi filo iraniani in tutto il medio oriente. Prima dell'annuncio dell'ambasciata americana, anche Israele nelle scorse ore ha innalzato il livello di allerta in tutto il Paese in previsione di possibili ripercussioni sul suo territorio. In realtà proprio l'attacco all'ambasciata Usa nei giorni scori ha portato l'amministratore Trump a ordinare l'attacco mortale contro Soleimani all'aeroporto di Baghdad. Nel mirino ora però potrebbero finire tutti i cittadini americani presenti nel Paese dove le forze filo iraniane sono nutrite e organizzate.
L'attacco americano contro Soleiman si è fatto subito sentire anche sui mercati finanziari, in particolare sulle quotazioni del petrolio, con il prezzo del greggio che torna ai massimi da quattro mesi. "Stiamo passando da con una proxy war con dietro Iran da una parte e Arabia Saudita e Stati Uniti dall'altra a un potenziale conflitto diretto tra Teheran e Washington", ha ricordato l'esperto Kay Van-Petersen citato da Bloomberg.