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Uccise un figlio per diventare campionessa di pallanuoto. Condannata

I fatti risalgono al 1996. La donna uccise e fece sparire il figlio: sognava di partecipare alle Olimpiadi, riteneva che il piccolo le avrebbe impedito di raggiungere il suo scopo.
A cura di D. F.
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Sono passati 17 anni da quando Keli Lane, all'epoca dei fatti appena 21 enne, uccise il figlio neonato di appena due giorni. La donna, che oggi ha 38 anni, era un'atleta della nazionale australiana di pallanuoto e commise il delitto perché credeva che – con un figlio a carico – non sarebbe riuscita a proseguire la sua brillante carriera, diventando una campionessa della disciplina e partecipando alle Olimpiadi. Non a caso all'epoca tenne la gravidanza segreta persino ai suoi genitori. Dopo aver ucciso il piccolo lo nascose e il corpo non fu mai trovato. La tragedia rimase ignota per anni, finché non esplose in tutta la sua potenza. Keli venne condannata a 18 anni di carcere nel 2011, con l'accusa di omicidio. Presentò ricorso in appello, ma la notizia di oggi è che è stato respinto. La donna dovrà trascorrere i prossimi 15 anni dietro le sbarre. Durante il processo sono emersi altri inquietanti particolari della vicenda, conditi con rivelazioni inedite. Si è scoperto, ad esempio, che la donna avrebbe interrotto numerose gravidanze e sarebbe arrivata a dare – in modo illecito – un figlio in adozione. Tutto ciò sempre per la stessa ragione: mettere la sua carriera sportiva davanti a tutto.

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