Uccise moglie, figli e genitori per nascondere una vita di bugie: Jean-Claude Romand torna libero

Il 9 gennaio 1993, Jean-Claude Romand commise uno dei delitti più sconvolgente del Dopoguerra. Per circa 15 anni aveva finto di essere chi non era di fronte ai membri della sua famiglia e agli amici, si era costruito un'esistenza fittizia a cui persino lui era arrivato a credere. Temendo le conseguenze che la scoperta della verità avrebbe portato nella vita dei suoi cari, Jean-Claude decise di mettere fine alla "farsa" nel modo più atroce. Ora la corte d’appello di Bourges, in Francia, ha deciso di concedere la libertà condizionale a Jean-Claude Romand, l’uomo che nel 1993 uccise sua moglie, i suoi figli e i suoi genitori dopo aver loro mentito per anni a proposito del suo lavoro (medico impiegato come ricercatore all'OMS), e la cui storia venne resa nota anche da un romanzo (di cui poi uscì una trasposizione cinematografica) dello scrittore francese Emmanuel Carrère. Sarà scarcerato entro il 28 giugno.
Il massacro del finto medico
Il 9 gennaio del 1993 il “dottor” Jean-Claude Romand non va al lavoro. In realtà non c'è mai andato. Eppure ogni mattina indossa giacca e cravatta, prende la sua valigetta e parte per recarsi nei uffici dell'Organizzazione mondiale della sanità a Parigi, salvo poi sostare per ore in parcheggi fuori mano, affittare stanze d'albergo quando simulava improvvise partenze per l'estero. Quel giorno fa lo stesso, ma prima di partire, avvita un silenziatore sulla canna di una pistola che si era procurato e spara in testa, mentre ancora dormiva, alla moglie. La prima a sospettare di lui. La sera successiva uccide i suoi figli, che avevano 5 e 7 anni. Quindi va dai propri genitori e uccide anche loro, insieme al loro cane. La sera vede l'ex amante e tenta, senza riuscirci, di uccidere anche lei. A quel punto tenta il suicidio ingerendo una dose di barbiturici scaduti e dà fuoco alla propria abitazione. L’arrivo dei pompieri e della polizia è provvidenziale.
La condanna e la liberazione di Romand
Romand viene condannato all'ergastolo, ma ora la Corte d'Appello di Bourges ha accolto l'istanza di libertà presentata dai suoi avvocati. Al 65enne toccheranno ancora due anni di braccialetto elettronico, più altri dieci di ‘misure di controllo’. Gli sarà inoltre vietato di recarsi nelle regioni dove ha perpetrato la sua farsa omicida, e di comunicare con i media sui fatti di cui è stato protagonista.