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Uccisa per errore in casa, vocali WhatsApp sul suo telefono risolvono il caso: “Ci ha rivelato tutto”

A incastrare gli assassini della donna, uccisa per errore in casa sua in Inghilterra lo scorso anno, sono stati alcuni messaggi vocali della vittima ritrovati sul telefono della stessa 28enne. “Ashley stava raccontando su WhatsApp la sua storia e ci ha detto cosa era successo” hanno spiegato gli inquirenti.
A cura di Antonio Palma
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"È la prima volta che vedo le prove di un omicidio fornite dalla stessa vittima che svolgono un ruolo così cruciale in un caso giudiziario", così uno degli inquirenti britannici impegnato nel caso della morte della 28enne inglese Ashley Dale ha spiegato come è stato possibile risolvere il caso in poco tempo. A incastrare gli assassini della donna uccisa per errore in casa sua nell'agosto dello scorso anno, infatti, sono stati alcuni messaggi vocali della vittima ritrovati sul telefono della stessa 28enne.

I messaggi infatti si sono rivelati determinanti nello stabilire il contesto dell'omicidio e per condannare i responsabili, quattro uomini giudicati colpevoli dal Tribunale di Liverpool lunedì. Si tratta di James Witham, 41 anni, Joseph Peers, 29 anni, Niall Barry, 26 anni, e Sean Zeisz, 28 anni, che secondo gli inquirenti avevano avviato una faida col fidanzato della donna Lee Harrison.

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A raccontarlo è stata proprio lei in quei vocali WhatsApp, tra cui l'ultimo inviato appena mezz'ora prima che il gruppo facesse irruzione in casa, sfondando la porta e sparando a caso con una mitraglietta Skorpion. Ashley Dale, che non era l'obiettivo previsto dell'attacco, fu uccisa nelle prime ore del 21 agosto 2022 solo perché la banda cercava di vendicarsi del fidanzato.

"Ashley stava raccontando su WhatsApp la sua storia e gli eventi che l'hanno portata alla morte" ha spiegato alla Bbc l'ispettore Cath Cummings, l'agente investigativo che ha seguito il caso. Per questo il suo telefono, trovato accanto al cadavere è stato "significativo" nell'aiutare gli investigatori a ricostruire cosa era successo e perché. "Nella mia esperienza non ho mai sentito la voce di una vittima che ti dice cosa sta succedendo e che corrisponde esattamente a ciò che stai accertando", ha spiegato l'investigatore.

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Attraverso quei messaggi che la donna aveva inviato ad alcuni amici, infatti, è stata ricostruita una faida che andava avanti da tempo. Le note vocali della 28enne sono state "in grado di narrare cosa era successo a Glastonbury dal giugno e gli eventi che alla fine hanno portato fino al momento in cui è stata uccisa".

"Non voglio dover andare al funerale di Lee e ho brutta sensazione per tutto. I miei nervi sono andati, quando sono fuori in macchina con Lee mi sento come se mi stessi guardando alle spalle tutto il tempo" aveva detto la donna solo pochi giorni prima del delitto. In altre note vocali, fatte ascoltare alla corte, la signora Dale aveva detto di essere "preparata al peggio".

"I quattro uomini che sono stati giudicati colpevoli non hanno mostrato un briciolo di rimorso per le loro azioni che hanno portato alla morte di Ashley e invece si sono dichiarati non colpevoli, costringendo la sua famiglia a sopportare un lungo processo in cui hanno dovuto rivivere gli ultimi momenti di Ashley anche attraverso queste note" ha spiegato la polizia.

Dal processo è emerso che da circa tre anni esisteva una faida tra Barry e Harrison, che non ha collaborato con la polizia dopo la morte della 28enne. Il tutto era legato  a questioni di droga. La faida però si era riaccesa quando i due avevano partecipato al festival di Glastonbury nel giugno 2022 e, secondo l'accusa, avevano fatto scoppiare una rissa che aveva coinvolto anche gli altri assassini di Dale.

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