Uccisa da un ragazzo conosciuto su Tinder alle Mauritius: “Le ha tagliato la lingua per non farla gridare”
Sono stati resi noti nuovi particolari sulla morte di Zaliya Shamigulova, la 29enne russa uccisa alle Mauritus con numerose coltellate da un giovane conosciuto su Tinder, Puryavirsingh Sundur.
Secondo quanto emerso dall'autopsia eseguita sul corpo della vittima, alla donna sarebbero state recise lingua e gola "per impedirle di chiedere aiuto", come riporta il Daily Mail.
Fonti interne alle forze dell'ordine locali hanno riferito che l'uomo, ingegnere informatico 29enne originario delle Mauritius, ha confessato l'omicidio dopo che il sangue della donna è stato trovato nella sua donna e ha raccontato anche i dettagli del terribile delitto, sostenendo di averla uccisa per gelosia.
Come è stato ricostruito dagli investigatori, la ragazza era arrivata alle Mauritus e aveva iniziato a scambiarsi messaggi con il 29enne sulla nota app di incontri. Il 17 agosto i due avevano deciso di incontrarsi. Da quel momento i familiari di Shamigulova, residenti in Russia, non avevano più saputo niente di lei e del giovane che aveva incontrato.
Avevano ricevuto soltanto un messaggio, probabilmente scritto dallo stesso assassino, in cui la 29enne manifestava l'intenzione di non tornare nel suo Paese e di non voler essere contattata o cercata.
Secondo quanto riporta il The Sun, alcuni testimoni avevano riferito di aver visto per l'ultima volta la giovane su una spiaggia del posto, mentre saliva sulla Toyota blu dell'uomo conosciuto su Tinder.
Il corpo della 29enne è stato ritrovato giovedì 22 agosto in un bosco della zona residenziale di La Marie. Il cadavere era stato occultato in una fossa senza vestiti e con numerose ferite da taglio.
La 29enne Zaliya Shamigulova era una docente universitaria originaria di Čeljabinsk, negli Urali. Sui social aveva scritto che durante la sua vacanza alle Mauritius stava "scoprendo la felicità ogni giorno". Il prossimo 1° settembre avrebbe dovuto recarsi in Madagascar. La giovane dieci anni fa era stata una delle tedofore delle Olimpiadi invernali di Sochi.