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Uccidono il figlio “perché gay”, la maestra: “Mi disse che sua madre gli sparò in faccia”

Nuovi agghiaccianti particolari sul caso di cronaca che ha sconvolto l’America. A testimoniare nel processo contro il compagno della madre del piccolo (l’uomo rischia la pena di morte, mentre la donna sarà giudicata parte), sono arrivate le maestre del bambino che hanno confermato come già mesi prima del decesso di Gabriel, il piccolo aveva lividi e lesioni sul corpo.
A cura di B. C.
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Continua a tener banco negli Stati Uniti lo straziante caso di cronaca relativo all’omicidio del piccolo Gabriel Fernandez. A confermare i maltrattamenti subiti dal piccolo sarebbe stata anche un’insegnante e il personale della scuola di Palmdale, già nei sette mesi prima della sua morte. Durante il processo che vede imputato Isauro Aguirre, il compagno della madre della giovanissima vittima, la maestra Jennifer Garcia ha detto che il piccolo era frequentemente assente dalla sua classe e aveva delle “contusioni” quando è tornato a scuola. Aguirre, che rischia la pena di morte, sarebbe “rimasto in silenzio” quando la segretaria scolastica, Pam Howell, gli avrebbe chiesto spiegazioni in merito alle assenze del ragazzino (che frequentava la prima elementare). "Poi mi ha detto che lui era il padre e che poteva fare quello che voleva con il bambino", ha testimoniato la Howell.

Gabriel aveva 7 anni quando ha iniziato a frequentare la Summerwind Elementary il 18 ottobre 2012. Dodici giorni dopo, sarebbe andato dalla Garcia per dirle che sua madre, Pearl Fernandez, lo aveva picchiato con una cintura con una fibbia in metallo, ha spiegato la stessa insegnante. La donna sarà processata separatamente. La Garcia chiamò immediatamente il Dipartimento per i Servizi per i Bambini e la Famiglia. "A volte la mia mamma mi fa uscire il sangue", avrebbe detto Gabriel alla maestra: “Qui, sul mio fianco” avrebbe poi aggiunto. La maestra ha assicurato di aver notato lividi e altre lesioni “evidenti” sul volto del ragazzino. “Una volta mi disse che era caduto, ma quando gli ho chiesto se era vero, lui mi ha spiegato che sua madre gli aveva sparato in faccia con una pistola ad aria compressa. Gli ho chiesto: ‘Perché hai mentito, perché non mi dici queste cose'. E lui: ‘Perché se te lo dico, poi finisce peggio…'".

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