La storia di Beverley Allit, l’infermiera che uccideva i bambini che avrebbe dovuto curare
Beverley Gail Allit è stata un "angelo della morte". Una donna serial killer che, nella sua attività più prolifica, durata 59 giorni, ha ucciso quattro bambini, ne ha feriti sei e ha tentato di massacrarne altri tre. Beverly era un’infermiera pediatrica che ha agito, tra febbraio e aprile del 1991, nel reparto di pediatria dell’ospedale di Kesteven, Lincolnshire.
Le sue piccole vittime avevano dalle sette settimane ai due anni di vita. Farà eccezione Timothy Hardwick, bambino di undici anni.
L’infermiera killer attuava tutta una serie di condotte rituali: iniettava dosi di insulina o di cloruro di potassio con l’obiettivo primario di provocare un arresto cardiaco o uno shock insulinico. Questo tipo di attività la induceva a essere in prima linea nell’esercitare controllo sulle persone deboli e ad adoperarsi nei riguardi delle vittime.
I criteri di scelta delle prede erano i più disparati. Quelli che bagnavano le lenzuola o la innervosivano per qualche motivo.
La sua condotta omicida le consentì di uccidere per un periodo di tempo prolungato senza che nessuno potesse avere sospetti su di lei. Fino a quando, dopo le congetture per i troppi episodi di arresto cardiaco, si scoprì che questi ultimi si verificavano quando l'unica infermiera di turno era proprio Beverley.
La donna ha sempre negato qualsiasi responsabilità, ma nel maggio del 1993 è stata condannata a tredici ergastoli e a quarant’anni di carcere. Durante la detenzione ha cominciato a porre in essere condotte autolesionistiche e ad oggi è reclusa presso l’ospedale Rapton Secure a Nottinghamshire.
Il modus operandi dell’infermiera killer
Per Beverley, come tutti i serial killer di sesso femminile, avere il potere di vita e di morte sulle sue vittime era la principale motivazione che la spingeva a uccidere. Ma non era mai l’unico. L’angelo della morte voleva essere la prima a dare l’allarme e a essere preparata allo scompiglio che proprio lei stessa aveva provocato. Ciò rispondeva alla necessità di attirare su di sé tutta l’attenzione.
Beverley, infatti, era stata una bambina introversa, in sovrappeso e autolesionistica a causa di un’infanzia povera di attenzioni e di affetto. Durante i primi anni di scuola era solita fasciarsi le braccia proprio per indurre i coetanei a interessarsi a lei. Secondo alcuni, sarebbe stata affetta dalla sindrome di Munchausen.
Una patologia psichiatrica che induce chi ne è affetto a inventare malattie per ricevere continue attenzioni e cure mediche. Allitt arrivò addirittura a convincere un chirurgo a farsi togliere l’appendice nonostante fosse perfettamente sana.
Inoltre, alcuni dei suoi ex fidanzati hanno raccontato che la donna si era più volte inventata di essere incinta. Ma non solo. Li avrebbe addirittura accusati di violenza sessuale. Beverley ha commesso tali omicidi per passare davanti agli occhi dei suoi genitori e dei familiari come una vera eroina che si prodigava di salvare i suoi piccoli pazienti. E ci riusciva perfettamente.
I genitori di due sue vittime, difatti, per ringraziarla dell’assistenza prestata alle figlie, delle quali una deceduta e l’altra rimasta cieca e paralizzata, decisero di farle battezzare proprio quest’ultima.
Le vittime
Liam Taylor, di sole sette settimane. Era stato ricoverato perché manifestava i sintomi di un’infezione al torace. Beverly lo ha ucciso con un’iniezione il 21 febbraio 1991.
Timothy Hardwick, undici anni. La vittima più grande dell’angelo della morte. Timothy era affetto da paresi celebrale. Venne ricoverato in conseguenza a un attacco epilettico. È stato assassinato il 5 marzo 1991.
Kayley Desmond, un anno. Era stata ricoverata in conseguenza a una infezione al torace. Beverly tentò di ucciderla l’8 marzo 1991. La bambina, però, fu portata in un altro ospedale e lì salvata.
Bradley Gibson, cinque anni. Fu ricoverato per una polmonite. L’infermiera killer gli iniettò un quantitativo esorbitante di insulina e Bradley ebbe due attacchi di cuore il 21 marzo 1991. Venne salvato in un altro nosocomio.
Yik Hung Chan, due anni. Il 21 marzo 1991 era stato ricoverato dopo una caduta. È stato colpito da un attacco di desaturazione di ossigeno prima di essere trasferito e salvato in altro ospedale.
Becky Philips, due mesi. Era stata ricoverata per una gastroenterite il 1° aprile 1991. Dopo la somministrazione di una dose eccessiva di insulina da parte l'angelo della morte, Becky è morta due giorni dopo nella sua abitazione.
Katie Philips, due mesi. Gemella di Becky, fu ricoverata per precauzione dopo il decesso della sorella. In conseguenza di una dose eccessiva di insulina e di potassio, è stata rianimata molteplici volte dopo diversi episodi di apnea. Nonostante il trasferimento in un altro ospedale, la piccola aveva subito danni irreparabili al cervello ed era stata colpita da una parziale paralisi e cecità. Ma ciò che è inquietante è stato che, i suoi genitori, grati per il lavoro dell’infermiera in corsia, decisero di far battezzare Katie proprio dalla Allitt.
Clarie Peck, 15 mesi. È morta per arresto cardiaco causato da una dose di insulina iniettata dalla Allitt dopo esser stata ricoverata per un attacco d’asma.
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