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Ubriaca alla guida, uccide sposa nel giorno del matrimonio. Il giudice: “Resta in carcere, è pericolosa”

Samantha Miller aveva 34 anni. È morta lo scorso aprile in un incidente in Carolina del Sud provocato dalla 25enne Jamie Lee Komoroski, che aveva un livello di alcol nel sangue superiore a tre volte il limite legale. Anche il marito e due invitati al matrimonio coinvolti nel sinistro.
A cura di Biagio Chiariello
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Jamie Lee Komoroski
Jamie Lee Komoroski

Il giorno più bello della sua vita è stato anche l’ultimo. Lo scorso aprile Samantha Miller, 34 anni, è morta nel giorno del suo matrimonio. Una donna, ubriaca, ha travolto lei e il suo sposo a Folly Beach, nella Carolina del Sud.

Ora per Jamie Lee Komoroski sono arrivate le accuse ufficiali: guida in stato di ebbrezza con conseguente morte, gravi lesioni personali e omicidio sconsiderato. Nei confronti della 25enne il giudice ha negato la richiesta di cauzione dopo aver stabilito che fosse a rischio di fuga.

I fatti risalgono allo scorso 28 aprile quando Komoroski provò un incidente nel quale perse la vita la sposa Samantha Miller e rimasero ferite gravemente altre tre persone, tra le quali il marito Aric Hutchinson.

Aric Hutchinson e Samantha Miller
Aric Hutchinson e Samantha Miller

Le autorità hanno affermato che la donna "estremamente ubriaca e stava andando troppo forte" quando la sua Toyota ha sbattuto sul retro di un carrello da golf che trasportava i due sposi e due invitati al matrimonio. A seguito del ’impatto il mezzo andò completamente distrutto. Samantha fu colta in pieno. I soccorritori provarono invano a rianimarla.

Jamie Lee Komoroski dopo l'arresto
Jamie Lee Komoroski dopo l'arresto

Il livello di alcol nel sangue della 25enne era superiore a tre volte il limite legale. Eppure la Komoroski ha detto agli agenti intervenuti sul post  che non aveva fatto "nulla di male".

Gli avvocati difensori di Komoroski avevano chiesto il suo rilascio dietro cauzione di 100.000 dollari, a condizione che entrasse in un programma di riabilitazione per abuso di sostanze, sostenendo che non rappresentava né un pericolo per la comunità né un rischio di fuga. Hanno anche citato la mancanza di precedenti penali della donna e il forte sostegno della famiglia.

Il giudice però ha deciso che dovrà restare in carcere.

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