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Guerra in Ucraina

Tutti i casi di avvelenamenti russi, da Litvinenko a Navalny (e Abramovich)

Non solo Roman Abramovich: da Alexei Navalny a Alexander Litvinenko e all’ex presidente ucraino Viktor Yushchenko, ecco i più famosi casi di sospetti avvelenamenti russi, alcuni dei quali dall’esito fatale.
A cura di Ida Artiaco
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Roman Abramovich, multimilionario proprietario del Chelsea e amico di Putin, sarebbe stato avvelenato a inizio marzo insieme ad un alcuni esponenti della delegazione ucraina alle trattative di pace con la Russia. La notizia, lanciata dal Wall Street Journal, è stata rilanciata anche dal sito Bellingcat, ma non ha trovato conferme ufficiali, anzi Mosca ha smentito parlando di "informazione di guerra": l'oligarca, come riferiscono le fonti, avrebbe manifestato sintomi da avvelenamento dopo un incontro a Kiev, come occhi rossi, lacrimazione costante e dolorosa, desquamazione della pelle sul volto e sulle mani, gli stessi sintomi manifestati da due negoziatori ucraini, ma nessuno sarebbe stato in pericolo di vita. Non si tratta di una novità: i casi di sospetti avvelenamenti russi sono stati molto frequenti negli ultimi anni, alcuni dei quali diventati anche particolarmente famosi, da Alexei Navalny a Alexander Litvinenko e all'ex presidente ucraino Viktor Yushchenko.

Alexander Litvinenko avvelenato con polonio

Come non ricordare, infatti, proprio Alexander Litvinenko, ex agente dei servizi russi dell'Fsb assassinato con il polonio: era il 2006 quando si ammalò improvvisamente e venne trasferito in ospedale. Sei anni prima era fuggito a Londra dopo aver accusato i suoi superiori di aver ordinato l'assassinio dell'oligarca Boris Berezovsky. Non solo. Dalla Gran Bretagna aveva anche tirato in ballo Putin per l'omicidio della giornalista Anna Politkovskaya. La sostanza, a quanto pare, venne versata in una tazza di tè da due russi durante un incontro nella City. Per la Corte europea dei diritti umani di Strasburgo la Russia è responsabile del suo assassinio spiegando che "Mosca non ha fornito alcuna altra spiegazione soddisfacente e convincente degli eventi o capace di invalidare i risultati dell'inchiesta condotta dal Regno Unito".

Yushchenko e la diossina nella minestra 

Prima di lui è toccato a Viktor Yushchenko, candidato alle elezioni presidenziali ucraine e leader dell'opposizione, che nel 2004 venne ricoverato in Austria dopo essere stato vittima di un misterioso avvelenamento da diossina, forse versata nella minestra, nel 2004. Ma l'esito non fu letale. Yushchenko andò al ballottaggio quell'anno con il leader filo-russo Yanukovych, uscendone perdente.

Avvelenamento con agente nervino per Skripal e Navalny

Ancora, nel 2018 l'ex agente dell'intelligence militare russa Sergei Skripal e sua figlia Yulia vennero trovati riversi su una panchina della città britannica di Salisbury. Si scoprì in seguito che erano stati avvelenati con un agente nervino, il novichok. Entrambi sono guariti dopo un lungo ricovero in terapia intensiva in ospedale. Con un agente nervino è stato avvelenato anche Alexei Navalny, tra i principali oppositori del presidente Putin: il 20 agosto 2020 perse conoscenza in aereo durante un volo da Tomsk a Mosca. L'aereo fece uno scalo d'emergenza a Omsk, dove venne ricoverato in ospedale in coma. Su pressione di Francia e Germania, Navalny venne trasportato a Berlino due giorni dopo all'ospedale la Charitè, dove gli venne salvata la vita. Una volta guarito, è tornato in Russia, dove è stato arrestato per violazione della libertà vigilata e dove è stato di recente condannato ad altri 9 anni di reclusione in una colonia penale di massima sicurezza.

Cosa sappiamo sull'avvelenamento di Abramovich

Ieri, infine, è stata diffusa la notizia del tentativo di avvelenamento nei confronti di Roman Abramovich. In base a quanto indicato dal Wall Street Journal e dall'agenzia di investigazione Bellingcat, l'oligarca e due negoziatori ucraini si sarebbero sentiti male i primi di marzo, nelle fasi iniziali dei colloqui tra i due Paesi in conflitto. I principali indiziati dell'avvelenamento sarebbero presunti "falchi / estremisti russi" che avevano l'obiettivo di far naufragare i suddetti negoziati, ma non di uccidere i bersagli. Tutti avrebbero bevuto cioccolata e acqua prima di accusare i sintomi. Un quarto negoziatore, che ha consumato le stesse cose, non avrebbe invece sviluppato conseguenze. Alla luce di questi dettagli alcuni esperti hanno avanzato l'ipotesi che il possibile avvelenamento si sia verificato attraverso radiazioni elettromagnetiche, agenti chimici o biologici di natura non confermata. Tuttavia, da Mosca è arrivata la smentita dell'indiscrezione condivisa ieri. Oggi il portavoce del Cremlino Peskov ha infatti spiegato che "questo fa parte della guerra d'informazione" contro la Russia, sottolineando che "queste informazioni non sono ovviamente vere".

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