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Turiste scandinave sgozzate in Marocco, arriva la prima condanna: 10 anni a uno svizzero

È stato condannato a 10 anni per associazione terroristica e apologia di terrorismo Nicholas P., un 33enne originario di Ginevra fermato dopo il brutale delitto di Maren Ueland e Louisa Vesterager, due giovani turiste scandinave decapitate ai piedi del monte Toubkal, in Marocco. È la prima condanna di una vicenda che vede sospettate oltre 20 persone.
A cura di Susanna Picone
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Arriva la prima condanna dopo l’omicidio delle due giovani turiste scandinave assassinate lo scorso dicembre in Marocco. Uno dei due cittadini svizzeri fermati dopo il brutale delitto di Maren Ueland e Louisa Vesterager è stato condannato a dieci anni di reclusione con le accuse di associazione terroristica e apologia di terrorismo. La notizia è stata diffusa dalla RTS, la radio televisione svizzera francofona. L’emittente cita come fonte l'avvocato difensore di Nicholas P., il trentatreenne originario di Ginevra (che ha anche nazionalità britannica) ma stabilitosi da qualche anno a Rabat, dopo la sua conversione all'Islam. Nicholas P. era stato arrestato a gennaio, poco dopo Kevin Z., un altro uomo originario di Ginevra ma con passaporto spagnolo che è accusato di aver partecipato all'assassinio delle due donne. Quella di Nicholas P. è la prima condanna di questa vicenda che ha coinvolto più di venti sospetti. I quattro principali accusati sono ancora in attesa di giudizio.

Le due turiste scandinave sgozzate in Marocco – Maren Ueland e Louisa Vesterager, le due giovani turiste scandinave uccise a dicembre, erano state sgozzate ai piedi del monte Toubkal a Imlil, a circa 70 km da Marrakech, in una zona apprezzata dagli escursionisti. La tragedia si consumò la notte tra il 16 e il 17 dicembre 2018. Dopo il duplice omicidio era stato diffuso un video in cui alcuni dei sospettati giuravano fedeltà all'Isis, ma secondo l'inchiesta non avrebbero mai avuto contatti diretti con il Califfato. Maren Ueland, ventotto anni, arrivava dalla Norvegia, Louisa Vesterager Jespersen, ventiquattro anni, era danese. Dopo i due omicidi centinaia di marocchini si riunirono nella capitale per una veglia in memoria delle due giovani donne. In tanti, con cartelli con su scritto “scusa", parteciparono a una cerimonia davanti alle ambasciate di Norvegia e Danimarca.

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