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Turista arrestato per false recensioni al ristorante italiano in Thailandia: “Voleva vendicarsi”

Il 21enne britannico è stato identificato e arrestato dalla polizia a Bangkok dopo essere tornato in Thailandia. Al termine di un indagine per diffamazione, infatti, vi era un mandato di arresto nei suoi confronti.
A cura di Antonio Palma
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Inventarsi false recensioni online per ripicca nei confronti di un locale non è cosa bella ma in alcuni casi si rischiano anche conseguenze penali. Lo ha scoperto a sue spese un cittadino britannico in Thailandia che è finito addirittura agli arresti con l'accusa di aver scritto o comunque inventato false recensioni a una stella nei confronti di un ristorante del posto. Il 21enne è stato identificato e arrestato dalla polizia giovedì scorso al termine di un indagine per diffamazione. È stato arrestato a Bangkok dopo essere tornato in Thailandia perché contro di lui era stato emesso un mandato nell'agosto del 2023.

I fatti contestati risalgono addirittura a metà del 2022 quando il giovane aveva litigato con il proprietario di un ristorante di cucina italiana che poi lo aveva denunciato per diffamazione. Secondo le indagini della polizia, riportate dei media locali, il 21enne usava spesso una scorciatoia attraverso il ristorante per raggiungere il suo appartamento a Phuket ma il percorso era riservato ai soli clienti e questo aveva dato origine a una disputa e a un litigio.

Dopo l'alterco, il proprietario del locale ha affermato di aver notato che la valutazione del suo ristorante su Google in poche ore era scesa improvvisamente e drasticamente da 4,9 a 3,1 stelle. Il ristorante in pratica era stato inondato di numerose recensioni a una stella che contenevano informazioni false. Secondo il gestore, il sospettato e i suoi amici avrebbero complottato per bombardare il ristorante con commenti negativi in ​​un breve periodo di tempo.

Per questo aveva presentato una denuncia alla stazione di polizia, sostenendo che il ristorante aveva subito danni alla reputazione e ai profitti a causa dell'atto doloso. Gli investigatori avevano avviato le indagini che poi hanno portato al mandato di arresto ma a quel punto l'inglese aveva già lasciato il Paese. Al suo ritorno, però, la polizia lo ha identificato e arrestato.

Il 21enne, interrogato, si è professato innocente e rigettato ogni debito. Per l'accusa "ha inserito dati informatici falsi suscettibili di arrecare danno alla collettività" e se condannato rischia fino a due anni di carcere.

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