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Turchia, trionfo di Erdogan. Represse le proteste dei curdi

L’Akp, partito di Erdogan, ha incrementato di 9 punti percentuali il consenso rispetto alle elezioni di giugno.
A cura di Davide Falcioni
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Recep Tayyip Erdogan è stato confermato alla guida della Turchia: il suo partito, Akp, ha ottenuto il 49,3% dei voti aggiudicandosi la maggioranza assoluta dei seggi del parlamento, con 315 eletti su 550. Il primo ministro del paese Ahmet Davutoglu ha commentato a caldo: "Oggi è una vittoria per la nostra democrazia e per il nostro popolo", mentre Erdogan ha aggiunto che la sua vittoria è la dimostrazione che i cittadini hanno scelto stabilità e fiducia, cogliendo l'occasione per mandare un segnale al Pkk, il partito dei lavoratori del Kurdistan, e sostenendo  che "violenza, minacce e spargimento di sangue non possono coesistere con la democrazia e la legge". In realtà più volte negli ultimi mesi il presidente Erdogan si è reso protagonista di azioni duramente criticate anche dalla comunità internazionale: dalla chiusura dei giornali e delle tv dell'opposizione alla guerra senza quartieri, armi alla mano, agli attivisti dello stesso Pkk.

I curdi non hanno comunque fallito il loro intento visto che il partito candidato alle elezioni di loro riferimento, l'Hdp, è riuscito a entrare in parlamento ottenendo il 10,4% dei seggi e riuscendo a superare per un soffio l'altissima soglia di sbarramento, posizionata al 10%. Bene anche il Chp con il 25,3%, mentre i nazionalisti dimezzano gli eletti rispetto alla consultazione di giugno. A sorprendere, tuttavia, è stato il successo del partito di Erdogan, che in soli cinque mesi è riuscito a incrementare di 9 punti percentuali i voti, passando così da 258 deputati a 315, molto oltre la soglia per la maggioranza, di 276 seggi, e piuttosto vicino alla maggioranza qualificata di 330, necessaria per cambiare la Costituzione in senso presidenziale.

La giornata elettorale si è conclusa con disordini e scontri nel sud est del Paese, dove i curdi sono scesi in piazza per protestare contro le misure fortemente repressive che prevedibilmente Erdogan metterà in campo nei prossimi anni nei loro confronti, come accaduto anche negli ultimi mesi. Gli scontri sono scoppiati davanti alla sede locale del filo-curdo Partito democratico del popolo (Hdp) e sono stati affrontati dalla polizia con un intenso lancio di gas lacrimogeni.

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