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Turchia, libero avvocato in sciopero della fame: protestava contro Erdoğan come la collega morta

Aytac Unsal è libero. Dopo 213 giorni di sciopero della fame per protestare contro il governo turco guidato da Recep Tayyip Erdogan per la sua condanna per terrorismo a 10 anni di reclusione, la Corte di Cassazione di Ankara ha deciso la sua immediata scarcerazione per motivi di salute. La scorsa settimana era morta la sua collega Ebru Timtik con la quale aveva cominciato a febbraio il digiuno.
A cura di Ida Artiaco
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Aytac Unsal è libero. Dopo 213 giorni di sciopero della fame per protestare in maniera pacifica contro il governo turco guidato da Recep Tayyip Erdogan per la sua condanna per "associazione terroristica" a 10 anni di reclusione, la Corte di Cassazione di Ankara ha deciso la sua immediata scarcerazione per motivi di salute. Il provvedimento arriva a meno di una settimana dalla morte di Ebru Timtik, l'avvocatessa e attivista per i diritti umani che insieme a Unsal  aveva cominciato a febbraio scorso il digiuno per far valere i propri diritti. I giudici hanno stabilito che l'avvocato debba essere "immediatamente liberato" alla luce del "pericolo che rappresenta per la sua vita la permanenza in prigione". Nei giorni scorsi, i medici avevano lanciato l'allarme sul deterioramento delle condizioni generali del legale 32enne e sull'indebolimento del suo sistema immunitario a fronte del rischio aggiuntivo di un possibile contagio di Coronavirus.

Pisapia: "Vittoria della società civile che non si è arresa"

"La scarcerazione dell'avvocato Aytac Unsal è  una vittoria della mobilitazione della società civile che non si è arresa – è stato il commento l'eurodeputato Giuliano Pisapia, in passato avvocato difensore del lader curdo Abdullah Ocalan – che ha combattuto per lui e per quanti soffrono sotto il regime di Erdogan. E' la vittoria degli avvocati, dei magistrati, dei docenti universitari che in Turchia e in Europa hanno manifestato per chiedere la sua  liberazione. La mobilitazione per la tutela dei diritti umani e dei diritti civili in Turchia non deve cessare malgrado l'assordante silenzio anche di diversi Paesi europei".

La battaglia di Aytac Unsal e di Ebru Timtik

Aytac Unsal era stato arrestato nei mesi scorsi con l'accusa di terrorismo insieme ad altri colleghi dell'Associazione degli avvocati progressisti di sinistra(Çağdaş Hukukçular Derneği – ÇHD) impegnati nella difesa di oppositori di Erdogan a loro volta accusati di terrorismo. Tra di loro, anche l'attivista per i diritti umani Ebru Timtik, con la quale a febbraio aveva deciso di iniziare uno sciopero della fame per chiedere pacificamente una revisione dei loro casi dopo la condanna a più di 10 anni di carcere e un "giusto processo". Ma a luglio la situazione è precipitata: Unsal, rinchiuso da circa tre anni nella prigione di tipo T di Burhaniye a Balıkesir, e Timtik sono stati trasferiti in diversi ospedali, sempre in condizioni di detenzione. Mentre la donna non ce l'ha fatta ed è morta la scorsa settimana in seguito ad un arresto cardiocircolatorio in un ospedale di Istanbul, dove era stata temporaneamente trasferita dal carcere, per il 34enne oggi è arrivata la decisione di scarcerazione. La decisione odierna della Cassazione è giunta in concomitanza con la visita in Turchia del presidente della Corte europea dei diritti dell'uomo, Robert Spano, che ha incontrato anche il presidente Erdogan.

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