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Turchia, autobomba fa 37 morti. Erdogan: “Metteremo in ginocchio il terrorismo”

Il presidente turco dopo la strage di domenica ad Ankara: “Il nostro popolo non deve preoccuparsi”. Il ministro dell’Interno ha chiarito che le indagini stabiliranno i responsabili dell’attentato, che ancora non è stato rivendicato.
A cura di Susanna Picone
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Un’autobomba è esplosa domenica vicino a una fermata dei bus nel centro di Ankara, in Turchia: il bilancio riportato da fonti della sicurezza è salito ad almeno 37 morti e circa 125 feriti. L’ennesima strage ha portato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan a parlare subito di attentato e a dire che il terrorismo verrà messo in ginocchio. “Il nostro popolo non deve preoccuparsi – ha detto Erdogan – la lotta contro il terrorismo finirà con successo e il terrorismo verrà messo in ginocchio”. Erdogan ha invitato i suoi concittadini all'unità nazionale e ha assicurato che la Turchia farà ricorso ai suoi diritti di autodifesa per prevenire futuri attacchi. Intanto il ministro dell'Interno turco, Efkan Ala, ha chiarito che le indagini stabiliranno i responsabili dell'attentato, che ancora non è stato rivendicato. La polizia avrebbe raccolto prove schiaccianti sul sito dell’attacco e sarebbe già in grado di dire a quale organizzazione terroristica è attribuibile il gesto. “Abbiamo già gravi indizi. Gli investigatori potrebbero trarre conclusioni preliminari già domani, quando l'inchiesta raggiungerà, probabilmente, uno stadio in cui saremo in grado di dare un nome all'organizzazione legata a questo tipo di attacco”, ha detto il ministro Ala ai giornalisti.

Decine di feriti in gravi condizioni – Intanto l’attacco, avvenuto nello stesso giorno in cui altro sangue scorreva in Costa d’Avorio, è stato “condannato con fermezza” dagli Stati Uniti che hanno “riaffermato la loro solida alleanza con la Turchia”, “loro alleata nella Nato, nella lotta contro la minaccia comune del terrorismo”, si legge in un comunicato del portavoce del Dipartimento di Stato John Kirby. Secondo le autorità turche l'autobomba guidata da uno o due kamikaze è esplosa alle 18:45 ora locale a una fermata dell'autobus della piazza Kizilay, nel cuore della città di Ankara. L'esplosione ha distrutto diversi autobus e auto che si trovavano nella zona. Delle persone rimaste ferite almeno 19 sono in gravi condizioni.

Una donna tra i kamikaze – Una dei due kamikaze che ieri hanno attaccato Ankara sarebbe l'ex studentessa universitaria turca Seher Cagla Demir, che si è unita al Pkk curdo nel 2013: lo scrive il quotidiano Sozcu, citando fonti vicine alle indagini. Intanto, secondo quanto riferisce l'esercito turco, nella notte tra domenica e lunedì l'aviazione ha compito nuovi raid contro postazioni del Pkk curdo nelle montagne del nord Iraq di Qandil e Gara.

Fermate una decina di persone – La polizia turca ha fermato almeno 10 persone a Sanliurfa, nel sud-est del Paese, accusate di legami con i 2 presunti kamikaze di Ankara. Tra i fermati ci sono anche familiari di almeno uno dei sospetti attentatori. Gli altri sono impiegati della concessionaria dove i kamikaze si sarebbero procurati la Bmw usata per l'attacco. Le persone fermate verranno portate ad Ankara per essere interrogate.

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