Tunisia, 12 neonati morti in ospedale. Colpa di un’infezione. Corpi consegnati dentro delle scatole
A causare la morte di dodici neonati ricoverati nel reparto di ostetricia e neonatologia dell'ospedale Rabta, a Tunisi, è stata un'infezione ospedaliera che si è generata e diffusa durante la degenza, e non la somministrazione di un prodotto scaduto come da alcuni ipotizzato in un primo momento. A renderlo noto questa mattina in conferenza stampa è stata la ministra della Salute ad interim Sonia Ben Cheick, già titolare del dicastero della Gioventù e dello Sport e subentrata due giorni fa il dimissionario Abderraouf Cherif. La ministra ha precisato che il reparto rianimazione del "servizio di neonatologia accoglie bambini prematuri da 28 a 32 settimane e il cui peso non supera 1,3 chili. Questo non è per minimizzare il dramma, ma per dare un'idea chiara sulla situazione" ha detto Ben Cheick, specificando che ulteriori approfondimenti verranno effettuati nelle prossime ore ma che questo è il risultato delle indagini preliminari. Sarà necessario a questo punto attendere i risultati delle analisi dei campioni prelevati per determinare l'origine dell'infezione e capire in quale punto della catena ospedaliera si sia verificato l'errore.
Sulla vicenda è intervenuta anche Nabiha Borsali Falfoul, direttrice generale del comparto sanitario presso il Ministero della Salute. La dirigente ha risposto, nello specifico, alle polemiche sui cadaveri dei bambini adagiati nelle scatole di cartone che molto hanno indignato l'opinione pubblica non solo tunisina. Falfoul ha spiegato che si tratta della prassi, di una pratica abitudinaria in Tunisia, e che secondo studi psicologici si tratterebbe del metodo meno traumatico per riconsegnare i bimbi alle loro famiglie.
Le immagini dei corpi dei neonati consegnati ai genitori in piccole scatole di cartone avevano suscitato sabato e ieri profonda indignazione, visto che in molti hanno giudicato quella modalità disumana e umiliante.