Trump valuta il licenziamento del procuratore del Russiagate L’ira dei repubblicani
Nel giorno dell’ audizione in Senato sul Russiagate del ministro della Giustizia Jeff Sessions, il presidente americano, Donald Trump, starebbe considerando l'ipotesi di licenziare Robert Mueller, il procuratore speciale per il caso che sta mettendo a dura prova l’amministrazione USA. Lo riporta la Cnn citando Christopher Ruddy, un amico del presidente. La Casa Bianca ha subito provato a smorzare le polemiche, ma la smentita non è efficace: "Ruddy parlava delle sue opinioni", ha affermato la vice portavoce Sarah Sanders: “Ruddy non ha mai parlato con il presidente in merito a questa questione. A questo proposito, solo il presidente o i suoi avvocati sono autorizzati a commentare”. A fargli eco il senatore repubblicano Lindsey Graham: "Sarebbe un disastro. Non c'è ragione di licenziare Mueller”. In Congresso la nomina di Mueller aveva calmato le inquietudini dopo il licenziamento di James Comey dalla guida dell'Fbi.
E come accennato, cresce l'attesa per la deposizione di Sessions, che come James Comey parlerà davanti ai membri della commissione Intelligence del Senato americano. La stessa che la scorsa settimana ha sentito la prima testimonianza pubblica dell’ormai ex capo dell’FBI da quando fu licenziato da Trump lo scorso 9 maggio. L’obiettivo è sempre lo stesso: raccogliere ulteriori testimonianze in merito all'inchiesta in corso sulla possibile interferenza della Russia nelle ultime elezioni presidenziali e sui potenziali contatti tra la campagna Trump e funzionari russi. Come quella di Comey, anche l'audizione di Sessions sarà pubblica (lo ha voluto lui stesso): "Crede che sia importante per il popolo americano ascoltare la verità direttamente da lui", ha spiegato ieri un portavoce del dipartimento della Giustizia riferendosi a colui che è stato senatore dell'Alabama per 10 anni prima di essere chiamato da Trump per entrare nel suo governo.