Incriminazione Trump per il caso Stormy Daniels, oggi l’udienza in tribunale: cosa rischia
Oggi, martedì 4 aprile, per Donald Trump si svolge a New York l'udienza preliminare, dopo l'incriminazione annunciata la settimana scorsa da un gran giurì di Manhattan: l'ex presidente Usa, che si trova già nella Grande Mela, sarà preso in consegna alle 14,15 (le 20,15 italiane) dalle autorità della Procura di Manhattan. Al momento alloggia nella Trump Tower, il suo grattacielo sulla Fifth Avenue.
Tutto ruota attorno al caso dei presunti pagamenti alla pornostar Stormy Daniels, per ottenerne il silenzio: l'ex inquilino della Casa Bianca – è la prima volta nella storia che un presidente degli Stati Uniti finisce sotto inchiesta penale – sarà alla sbarra in tribunale, dove ascolterà le accuse a suo carico.
Oltre 30 capi d'accusa per Trump
Il tycoon è accusato di aver dato, durante la campagna per le elezioni presidenziali del 2016, 130mila dollari alla pornostar, che aveva minacciato di rivelare in piena campagna elettorale la loro breve relazione sessuale. I capi di accusa contro Trump sarebbero 34, fra i quali falsificazione di documenti aziendali.
Uno degli avvocati dell'ex presidente, Joe Tacopina, ha dichiarato domenica che i legali di Trump appronteranno la strategia difensiva una volta ottenuti i documenti relativi all'incriminazione.
I legali: "Trump pronto ad andare in tribunale
Alina Habba, avvocato che rappresenta Trump in diversi procedimenti civili, ha passato del tempo ieri con l'ex presidente a New York, e ha dichiarato che l'ha trovato "di buon umore". "Onestamente, è come al solito. È pronto ad andare domani (oggi ndr) e fare quello che serve" ha detto. Habba, comparsa nella trasmissione Jesse Watters" di Fox News, ha risposto a una domanda sul "piano di battaglia" per l'udienza di comparizione di Trump oggi al tribunale di Manhattan, affermando: "È tutto pianificato". Ha aggiunto: "Salvo sorprese, penso che dovrebbe andare tutto liscio. Stiamo cercando di coordinarci e cooperare con tutti per assicurarci che non ci siano problemi". Sul fatto che Trump possa ottenere un processo equo a Manhattan, Habba è scettica: "Penso che sia molto difficile. Mi piacerebbe avere fiducia in questo stato, ma seguo Trump ormai da un paio d'anni e sono andata in tribunale a New York per vari anni, e posso dire che non è la stessa cosa che rappresentare qualcun altro".
Niente manette e foto segnaletiche
Secondo indiscrezioni riportate da Yahoo News, all'ex presidente sarà evitato il tradizionale trattamento riservato ai criminali comuni: niente manette quindi e niente foto segnaletica per Donald Trump.
Trump, che ha battuto Hillary Clinton nel 2016 e perso contro Joe Biden nel 2020, vuol ricandidarsi nel 2024 ed è oggi in testa a tutti i sondaggi per la nomination repubblicana. Il giudice Juan Merchan di New York potrebbe imporre a Donald Trump di non parlare della sua incriminazione durante la campagna elettorale. È l'ipotesi che temono i legali dell'ex presidente. Il rischio è "quello di infiammare ancora di più il caso", sostengono i legali dell'ex presidente.
Proibite le videocamere in aula
E sempre Merchan ha deciso di vietare le riprese in aula durante l'udienza di oggi. Il giudice ha stabilito che potranno essere presenti in aula per pochi minuti solo cinque fotografi, cui sarà consentito esclusivamente di scattare alcune istantanee. Secondo l'emittente televisiva "Abc News", il giudice ha accolto una richiesta dei legali dello stesso Trump, secondo cui la presenza delle videocamere avrebbe creato una "atmosfera da circo".
"Che questa incriminazione rappresenti una questione di monumentale importanza non può essere messo in dubbio. Mai nella storia degli Stati Uniti un presidente in carica o ex presidente e' stato incriminato per accuse penali", ha scritto Merchan nella sua ordinanza, che vieta anche l'introduzione di apparecchi elettronici nell'aula di tribunale.
Rischia un'ordinanza restrittiva dopo l'incriminazione
Il giudice responsabile del caso a carico di Donald Trump, Juan Merchan, potrebbe imporre all'ex presidente Usa un'ordinanza restrittiva, proibendogli di esprimersi pubblicamente in merito alle accuse a suo carico, pena l'arresto. Lo anticipano i quotidiani statunitensi, secondo cui la misura sarebbe "inusuale, ma non priva di precedenti".
A premere per l'emissione di un'ordinanza restrittiva sarebbe la procura di Manhattan guidata dal procuratore Alvin Bragg, lo stesso che ha incriminato l'ex presidente per presunti illeciti finanziari legati alle elezioni presidenziali del 2016. L'ipotesi di una ordinanza restrittiva a carico di Trump ha già scatenato ulteriori polemiche attorno alla vicenda giudiziaria senza precedenti che vede protagonista l'ex inquilino della Casa Bianca: da un lato, i detrattori di Trump sottolineano i toni incendiari dei commenti già formulati dall'ex presidente: Trump si è detto vittima di una "caccia alle streghe", ha accusato Bragg di essere un attivista politico eletto col sostegno finanziario di George Soros, e ha ventilato violenze e disordini a seguito della propria incriminazione.
Dall'altro lato, i sostenitori dell'ex presidente affermano che proibirgli di parlare pubblicamente delle proprie vicende giudiziarie costituirebbe una violazione dei suoi diritti costituzionali e una evidente interferenza politica, dal momento che Trump ha già annunciato la propria candidatura alle presidenziali 2024, e al momento è saldamente in testa ai sondaggi di gradimento tra i potenziali candidati repubblicani.
Trump dovrebbe rilasciare dichiarazioni pubbliche nella serata di oggi, dal suo golf club a Mar-a-Lago, al rientro dall'udienza preliminare in cui presenzierà a New York.