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Trump firma ordine per rilanciare l’uso della pena di morte, Amnesty: “Rischiamo nuova scia di sangue”

Donald Trump ha firmato un vasto ordine esecutivo sul tema della pena di morte. Riccardo Noury, di Amnesty Italia, a Fanpage.it: “Sistema dei diritti umani sotto attacco. È peggio di quanto ci aspettassimo”.
A cura di Ida Artiaco
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Donald Trump nel primo giorno come 47esimo presidente degli Stati Uniti, dopo la cerimonia di insediamento tenutasi ieri a Washington, ha firmato un vasto ordine esecutivo sul tema della pena di morte. Il neopresidente ha ordinato al procuratore generale di "intraprendere tutte le azioni necessarie e legali" per garantire che gli Stati abbiano farmaci sufficienti per l'iniezione letale.

Trump ha anche scritto che "politici e giudici che si oppongono alla pena di morte hanno sfidato e sovvertito le leggi del nostro paese". Una moratoria sulle esecuzioni federali era in vigore dal 2021. Solo tre imputati restano nel braccio della morte federale dopo che Biden ha commutato 37 delle loro condanne in ergastoli.

Su questa decisione è intervenuto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty Italia, che a Fanpage.it non ha nascosto la sua preoccupazione rispetto all'ordine firmato dall'ex tycoon. "Questa presidenza è iniziata come immaginavamo se non peggio, con una serie di provvedimenti lesivi dei diritti umani. Noi avevamo sollecitato l'ormai ex presidente Biden a commutare tutte le condanne a morte federali sapendo che Trump avrebbe annullato la moratoria in vigore dal 2021. Biden ci ha dato ragione annullandole quasi tutte, in totale 37, ma nei bracci della morte rimangono 3 condannati sulla base delle leggi federali civili e 4 sulla base delle leggi federali militari. Considerando che gli ultimi 8 mesi del primo mandato di Trump hanno fatto registrare una scia di sangue di 13 esecuzioni federali, il rischio è che questo record negativo possa essere eguagliato ma anche peggiorato".

Tra gli ordini firmati da Trump nel primo giorno della sua seconda presidenza, anche quelli che riguardano lo stop alle intese sul clima e le immigrazioni illegali. "Ci sarà un elevato rischio di espulsione di un numero enorme di migranti, soprattutto in direzione Sud verso il Centro America, tra Guatamala, Honduras e Salvador. Verrà chiesto al Messico di fare il lavoro sporco di accogliere gli espulsi ma soprattutto di non fare entrare. Anche la decisione di uscire dagli accordi di Parigi è scellerata, perché gli USA avrebbero la responsabilità enorme nell'invertire la rotta rispetto all'emergenza climatica", ha concluso Noury, che ha sottolineato: "Il sistema di difesa dei diritti umani a livello mondiale è sotto attacco, soprattutto alla luce dei conflitti in corso. Il rischio è che con Trump questo sistema crolli ulteriormente sulla base di decisioni unilaterali che ignorano il ruolo degli organismi internazionali. Come inizio non poteva essere peggiore. Noi contesteremo e faremo in odo che ogni provvedimento venga ripensato anche valutando l'ipotesi che ci siano forme di contenzioso giudiziario. Non demordiamo, ma è peggio di quanto ci aspettassimo".

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