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Guerra in Ucraina

Trump fa marcia indietro su Zelensky “dittatore”: “L’ho detto io? Non ci posso credere”

Donald Trump, che ha definito il presidente ucraino Zelensky un “dittatore”, ha evitato di rispondere alle domande dei giornalisti con una battuta: “L’ho detto io? Non ci posso credere”. Nella stessa conferenza stampa, il premier britannico Keir Starmer lo ha interrotto e corretto come aveva fatto il presidente Macron pochi giorni fa.
A cura di Luca Pons
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La conferenza stampa seguita all'incontro tra il presidente degli Stati Uniti Donald Trump e il premier britannico Keir Starmer è stata piuttosto movimentata. Prima, di fronte a una domanda sulla sua definizione di "dittatore" per Volodymyr Zelensky, Trump ha evitato di rispondere con una battuta. Domani, Trump incontrerà Zelensky per ultimare l'accordo sulle terre rare. Starmer ha anche interrotto il presidente Usa mentre parlava dei fondi europei inviati all'Ucraina, e lo ha corretto: la stessa scena vista pochi giorni fa con Emmanuel Macron.

Trump evita di rispondere alla domanda su Zelensky: "Dittatore? L'ho detto io?"

Il primo episodio è partito quando un giornalista ha rivolto una domanda diretta a Trump: "Pensa ancora che Zelensky sia un dittatore?". Il riferimento era alle durissime parole scritte sui social dal presidente statunitense poco più di una settimana fa: ha definito il suo omologo ucraino un "dittatore senza elezioni" che "ha fatto un pessimo lavoro" e un "comico fallito".

Il post di Trump ha sollevato polemiche internazionali, portando a prese di posizione da molti governi e leader politici. Insomma, non esattamente un attacco passato inosservato o facile da dimenticare. Il presidente americano, però, ha fatto finta di niente con il giornalista, replicando alla domanda con una battuta: "L'ho detto io? Non ci posso credere che l'ho detto. Prossima domanda", si è limitato a dichiarare, sorridendo e suscitando qualche risata nella sala stampa, ma naturalmente senza dare una risposta.

Pochi giorni fa, durante la conferenza stampa con il presidente francese Emmanuel Macron, era arrivata un'altra domanda simile: un reporter aveva chiesto se Trump fosse disposto a chiamare "dittatore" anche Vladimir Putin. In quel caso la risposta era stata più lunga, ma ugualmente vaga:

"Non uso quelle parole con leggerezza. Vedremo come si risolve tutto, vediamo cosa succede, penso che abbiamo l'opportunità per un ottimo accordo con vari Paesi. Si parla di Europa, si parla di Ucraina, che fa parte di quella situazione… Anche l'altro lato ha un sacco di supporto. Vediamo come si risolve, si potrebbe risolvere. Non puoi mai recuperare le vite: puoi recuperare i soldi, ma non le vite. Si sono perse molte vite, penso probabilmente molte più di quanto dicono. È stata una guerra dura, ma penso che siamo vicini a risolverla". Insomma, un'altra non-risposta.

Starmer come Macron, anche lui interrompe e corregge Trump

Con Starmer c'è stato un altro momento che ha ricordato l'incontro con Macron. In particolare uno dei passaggi più ripresi da quell'incontro, ovvero quando il presidente francese ha interrotto e corretto Trump davanti ai giornalisti parlando dei fondi inviati dai Paesi europei all'Ucraina. Il presidente Usa stava affermando che tutti i sostegni economici arrivati dall'Ue erano sotto forma di prestito, e che quindi li avrebbero avuti tutti indietro, per gli Stati Uniti avevano inviato gli aiuti a fondo perduto, cosa non esatta.

Oggi la scena si è ripetuta. Trump stava parlando ancora di Zelensky, affermando che tra loro c'era stato un "ottimo rapporto" che ora era diventato "un po' teso". Il motivo, ha detto è che "volevamo avere un po' di quello che hanno le nazioni europee. Sapete, loro riavranno i loro soldi, noi no. Biden ha fatto un accordo, ci ha messo 350 miliardi di dollari, e io ho pensato che fosse una situazione molto ingiusta", stava dicendo Trump.

Va specificato che, stando alle fonti internazionali più attendibili, la somma erogata dagli Stati Uniti è stata decisamente più bassa di 350 miliardi di dollari: si parla di circa 119 miliardi, poco più di un terzo. In ogni caso, a quel punto Starmer è intervenuto: "Non riavremo tutti i nostri soldi. Voglio dire, una buona parte dei nostri sono stati donati. Ci sono stati dei prestiti, ma in gran parte sono stati donati, in realtà".

Trump: "La pace in Ucraina si raggiunge presto o non si raggiunge"

L'accordo di pace in Ucraina "si farà presto o non si farà affatto", ha detto Trump rispondendo ad altre domande dei giornalisti. Il cessate il fuoco "getterà le basi per una pace duratura", ha aggiunto.

Il presidente ha poi continuato a insistere sull'aumento delle spese militari in Europa: "Il disastro in Ucraina mostra perché è così importante che la Gran Bretagna e altri partner Nato facciano grandi investimenti nelle loro capacità di difesa, in molti casi del 4% o 5% del Pil sarebbe appropriato", ha detto.

Oggi la Nato chiede ai propri Stati alleati di arrivare al 2% del Pil, e Ursula von der Leyen (presidente della Commissione europea) ha detto che bisognerà spingere per arrivare al 3%. Le percentuali citate da Trump, invece, sono decisamente ‘fuori scala': anche gli Stati Uniti, che hanno la spesa militare nettamente più alta al mondo, non arrivano al 4% del proprio Pil.

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