video suggerito
video suggerito
Presidenza Trump

Trump fa due passi indietro, abbasserà i dazi sulla Cina e non licenzierà il capo della Fed Powell

Il presidente Usa Donald Trump nel giro di pochi minuti è tornato indietro su due punti su cui insisteva da tempo. Davanti ai giornalisti alla Casa Bianca prima ha detto che i dazi contro la Cina si abbasseranno “in modo sostanziale” dopo un accordo, poi ha aggiunto che non ha “mai avuto intenzione” di licenziare il presidente della Federal Reserve Jerome Powell, attaccato duramente fino a poche ore prima.
A cura di Luca Pons
1.357 CONDIVISIONI
Immagine
Attiva le notifiche per ricevere gli aggiornamenti su

I dazi sulla Cina, spinti fino al 145%, "si abbasseranno in modo sostanziale, ma non andranno a zero" quando si raggiungerà un accordo. E il presidente della Federal Reserve (la Banca centrale degli Stati Uniti) Jerome Powell resterà al suo posto: "Non ho intenzione di licenziarlo". Con due risposte in una conferenza stampa della Casa Bianca, Donald Trump ha fatto passi indietro su due delle posizioni che aveva spinto di più negli ultimi giorni.

I dazi sulla Cina "saranno molto più bassi, ma non a zero"

Per quanto riguarda i dazi nei confronti della Cina, era evidente per tutti che non fossero sostenibili nel lungo periodo. Lo aveva ammesso, ieri, anche il segretario del Tesoro dell'amministrazione Usa, Scott Bessent, dicendo in privato che si aspettava una "de-escalation" secondo quanto riportato da Associated press. Oggi è arrivata la conferma pubblica da parte del presidente, che si è detto ottimista sulla possibilità di raggiungere un accordo che porti ad abbassare i dazi.

Al momento gli Stati Uniti impongono tariffe del 145% a tutti i prodotti importati dalla Cina, e Pechino fa lo stesso con dazi al 125% su beni statunitensi. Gli Usa hanno anche tariffe al 10% rivolte a decine di altri Paesi, ma naturalmente quelle esorbitanti sulla Cina sono le meno sostenibili, considerando quanto valgono le importazioni dal Paese. E non è un mistero che già solo la prospettiva dei dazi, in vigore da poche settimane, abbia portato a un rallentamento dell'economia mondiale: il Fondo monetario internazionale ha tagliato la previsione di crescita di moltissimi Stati (per l'Italia è scesa al +0,4%).

Bessent avrebbe riconosciuto, in privato, che in particolare la situazione con la Cina è "insostenibile". Trump non ha fatto lo stesso, dicendo che "stiamo andando bene con la Cina", e aggiungendo: "Vivremo insieme molto felici e idealmente lavoreremo insieme". Per il momento la realtà è ben diversa: le tensioni diplomatiche tra i due Paesi sono ai massimi, il governo cinese ha criticato duramente i dazi statunitensi e non ha dato pubblicamente l'impressione di voler trattare con Washington, cercando invece di stringere accordi con altri Paesi, asiatici e non, per compensare gli effetti dei dazi.

Licenziare Powell? "Non ho mai voluto farlo"

Ora che l'economia degli Stati Uniti sembra andare incontro a una crisi soprattutto per effetto dei dazi, con le previsioni dell'inflazione che aumenta e una possibile recessione, un ruolo importante è quello della Federal reserve, cioè a grandi linee l'equivalente della Bce per gli Usa. Per questo il suo presidente, Jerome Powell, è finito al centro degli attacchi di Trump nelle ultime settimane.

Il tycoon ha attaccato pubblicamente Powell sui social definendolo "troppo lento" a tagliare i tassi d'interesse, spingendo apertamente perché lo faccia, descrivendolo come un "gran perdente". Ma non solo: anche affermando che il suo licenziamento "non può arrivare abbastanza in fretta". Nei giorni scorsi il direttore del Consiglio economico nazionale Kevin Hassett aveva detto che l'amministrazione Trump avrebbe "studiato" per capire se il presidente avesse la possibilità di licenziare Powell.

Ma poi è arrivato un altro dietrofront. "Non ho intenzione di licenziarlo, non l'ho mai avuta, è la stampa che ha ingigantito la cosa", ha detto Trump ai giornalisti. Ma è comunque tornato a fare pressione: "Questo è il momento perfetto per tagliare i tassi di interesse. Se non lo fa è la fine del mondo? No. Ma sarebbe un buon momento".

Powell è alla guida della Fed dal 2018, e fu proprio Trump a nominarlo, anche se lo criticò duramente già pochi mesi dopo per aver alzato i tassi d'interesse. Joe Biden nel 2022 confermò Powell al suo posto, quindi il suo attuale mandato andrà avanti fino almeno al maggio 2026. In passato, il banchiere ha dichiarato che se il presidente gli chiedesse di lasciare il suo incarico in anticipo, non lo farebbe.

1.357 CONDIVISIONI
132 contenuti su questa storia
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views