Stop agli immigrati in Usa, caos negli aeroporti. Trump: “Non faremo come in Europa”
La decisione di Donald Trump di chiudere le porte della ‘sua’ America ai profughi sta facendo sentire le conseguenze: manifestazioni, ricorsi della magistratura e disordini negli aeroporti dopo il blocco per tre mesi degli arrivi da sette paesi a maggioranza islamica e per quattro mesi del programma dei rifugiati. Immediata la replica dell'Onu: l'Organizzazione internazionale per le migrazioni e l'Alto commissariato Onu per i rifugiati hanno chiesto agli Stati Uniti di rispettare "la lunga tradizione di proteggere coloro che fuggono da conflitti e persecuzioni".
Duecento persone fermate negli aeroporti
La svolta annunciata dal nuovo Presidente americana è infatti subito entrata in vigore: sono almeno duecento le persone fermate negli aeroporti americani dopo il decreto firmato dal nuovo inquilino della Casa Bianca appena una settimana dopo la sua investitura. Altrettanto rapida, però, è stata la reazione di un giudice federale di New York, che ha annullato parte dell'ordine esecutivo firmato da Trump e ha disposto che i rifugiati e in generale tutte le persone bloccate negli aeroporti degli Stati Uniti non possano essere rimandate indietro nei loro paesi. Il giudice Ann M. Donnelly ha preso la sua decisione in nome di due iracheni fermati all'aeroporto John F. Kennedy nella Grande Mela, Hameed Khalid Darweesh, un interprete che ha lavorato per 10 anni per il consolato americano ad Erbil – rilasciato qualche ora dopo – e un altro arrivato in Usa per riunirsi alla moglie, che lavora regolarmente per un'impresa di contractor.
Proteste in molte città degli USA
L’ordine esecutivo firmato dal 45° presidente americano ha peraltro innescato altre proteste, che in questa occasione si sono celebrate davanti agli aeroporti internazionali di numerose città degli Stato Uniti (Denver, Chicago, San Diego, Seattle e Los Angeles, solo per dirne alcune). In particolare circa 2.000 persone, tra cui alcune celebrità (anche il regista Michael Moore), si sono riunite proprio davanti al John F. Kennedy Airport, causando non pochi problemi a chi partiva e arrivava a NYC e nelle altre principali città USA.
Iran: "Faremo lo stesso con gli americani"
In replica alla decisione di Trump di sospendere i visti agli iraniani (tra i sette paesi "più pericolosi", secondo l'amministrazione Usa), Teheran ha annunciato che applicherà il principio di reciprocità facendo lo stesso per gli americani. Ma, ha spiegato il ministro degli Esteri Javad Zarif, "a differenza degli Usa la nostra decisione non è retroattiva". Quindi, "coloro che hanno già un visto valido saranno accolti volentieri". L'Iran, ha detto Zarif, "ha dovuto prendere misure per proteggere i propri cittadini".
Regno Unito e Canada si dicono contrari
Anche Theresa May, premier inglese, si è dichiarata "non d'accordo" con la decisione di Trump di bloccare l'immigrazione negli States. La May, prima leader ad incontrare il neo presidente americano dopo l'investitura, si è limitata a sottolineare "non gradimento del Regno Unito" alla chiusura dei confini USA. dopo che in un un primo momento sembrava quasi aver tacitamente appoggiato la politica di Trump. E, prendendo le distanze della Casa Bianca, il premier canadese Justin Trudeau ha invece affermato la volontà del suo Paese di accogliere i rifugiati "indipendentemente dalla loro fede". "A coloro che fuggono da persecuzione, terrore e guerra, il Canada vi accoglierà, indipendentemente dalla vostra fede. La diversità è la nostra forza. Benvenuti in Canada", ha scritto il premier, su Twitter. E sempre attraverso un tweet, è Ruth Davidson, leader dei conservatori scozzesi, ha scritto:"Quello di Trump è un provvedimento sbagliato e crea molta preoccupazione per il futuro. Sono profondamente rammaricato".
Trump replica: "Confini solidi, guardate cosa succede in Europa"
La replica del Presidente Trump è affidata al suo profilo Twitter:
Tradotto: "La nostra nazione ha bisogno di confini solidi e di controlli accurati, adesso. Guardate cosa sta accadendo in tutta Europa e nel mondo – un enorme disastro".
Chi ha la green card potrà entrare negli USA
Come riporta Il Post, a quanto pare i possessori di green card non dovrebbero rientrare tra quelli impossibilitati a entrare negli Stati Uniti, come sembrava in un primo momento.