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Trump continua a mietere successi: crolla il turismo negli USA

“Make America Great Again” è stato ed è lo slogan di Trump. Per il momento, i dati testimoniano l’esatto contrario. Anche quelli sul turismo.
A cura di Redazione
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Da quando Donald Trump è stato eletto presidente degli Stati Uniti, i dati diffusi dalle agenzie che operano nel settore turistico si avvicendano a un ritmo sempre più sostenuto, rilevando un trend sempre più negativo. Gli ultimi, solo in ordine di tempo, sono quelli rilasciati dalla ForwardKeys, prestigiosa società che si occupa del monitoraggio sui flussi turistici nel mondo, che riferisce di un calo delle prenotazioni per i viaggi aerei negli Stati Uniti da giugno a agosto prossimi pari al 3,5 per cento. Dati supportati anche da  Foursquare, agenzia che localizza su richiesta del consumatore i punti di interesse turistico di ogni città, e che rileva un calo del 16 per cento nella ricerca dei luoghi di svago negli Usa rispetto allo scorso anno.

Stando alle stime verificate dal Washington Post gli Usa, in totale, rischiano quindi di perdere 1,6 miliardi di dollari solo nella prossima estate.

Tendenza che preoccupa ma non sorprende. La lunga degenza del settore turistico infatti era già cominciata dopo le elezioni presidenziali dello scorso novembre. Secondo i dati di Hopper società di analisi dei biglietti aerei (la compagnia studia miliardi di voli per suggerire ai propri clienti attraverso un'app il momento migliore per acquistare) e riportati dal Financial Times, a partire da novembre si sarebbe verificato un calo del 14 per cento delle ricerche internazionali di voli di andata e ritorno negli Stati Uniti rispetto alle ricerche in altre destinazioni.

I dati provenienti da Hopper mostrano anche che le ricerche online per i viaggiatori internazionali verso gli Stati Uniti sono ulteriormente diminuite dopo l'ordine esecutivo di gennaio, con cui l'amministrazione americana vietata l'ingresso ai rifugiati e ai cittadini provenienti da 6 paesi a maggioranza musulmana.

A dar man forte a questi dati, a inizio anno si aggiungevano quelli provenienti dall'Ufficio Nazionale dei viaggi e del turismo che hanno rilevato perdite per l'1% nell'acquisto di servizi relativi a viaggi e turismo dei visitatori internazionali negli Stati Uniti. Gli introiti relativi a questo settore ammontavano a 12,8 miliardi di dollari nel mese di gennaio 2017, con una diminuzione dell'1% rispetto a gennaio 2016.

Ma quali sarebbero le conseguenze di un calo del turismo nell'America di Trump?

Il primo settore a risentirne sarebbe quello degli investimenti immobiliari, motore dell'economia newyorkese. E qui infatti che hotel e strutture ricettive attraggono i maggiori investimenti e che in caso di cali significativi di richieste, perderebbero in appeal agli occhi degli investitori stranieri e non. Ma a rimetterci la pelle, secondo il Washington Post, sarebbero anche i brand di lusso, alla cui ricchezza contribuiscono i maniera significativa i turisti. E' il caso di Tiffany, perla della 5 Avenue sempre trafficata da turisti, che rischierebbe di perdere una grossa percentuale di perdite annuali. E di perdite per la verità ne ha già riscontrate nel corso di questo anno, come dichiarato dallo stesso proprietario, “vicino di casa” del presidente, solo due mesi fa.

Il paradosso è dunque servito. Trump famoso per essere stato sponsor infaticabile dei propri hotel e campi da golf (proprio il matrimonio tra la figlia Ivanka e il genero Jared Kushner sembra sia stato un evento strategico per il lancio del Trump National Golf Club di Bedminster, nel New Jersey) rischia di diventare un pessimo promoter per il turismo negli Stati Uniti. Col rischio di tradire il suo slogan elettorale, fare di nuovo grande l'America.

A cura di Marianna D'Alessio

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