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“Trump condannato per il 6 gennaio se non avesse vinto le elezioni”: cosa dice il rapporto del procuratore

Il procuratore speciale Jack Smith, che ha indagato sull’assalto a Capitol Hill e il tentativo di Donald Trump di restare al potere dopo le elezioni del 2020, ha pubblicato il suo rapporto conclusivo. Il caso è stato archiviato perché Trump ha vinto le elezioni: se avesse perso, secondo Smith, il tycoon sarebbe stato condannato.
A cura di Luca Pons
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Donald Trump e Jack Smith
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Donald Trump sarebbe andato incontro a una condanna per aver provato a sovvertire il risultato elettorale del 2020, con una serie di interventi che culminarono poi con l'assalto a Capitol Hill del 6 gennaio 2021. Ad affermarlo è il rapporto del procuratore speciale Jack Smith: un documento che raccoglie gli anni di indagini coordinati dallo stesso Smith, che secondo il procuratore avevano raggiunto "prove sufficienti" per portare a una condanna.

Il caso aveva incontrato un primo ostacolo quando la Corte suprema aveva concesso una parziale immunità a Trump, rendendo molto complicato incriminare un ex presidente per gli atti commessi durante il proprio mandato. Per Smith, però, anche a queste condizioni le prove sarebbero bastate. Alla fine l'indagine è stata archiviata dopo le ultime elezioni, perché non è consentito mettere a processo un presidente eletto. Insomma, secondo il procuratore Trump ha evitato la condanna solo grazie alla vittoria elettorale.

Il rapporto era stato consegnato da Smith al procuratore generale Merrick Garland, ma non era ancora pubblico. Era atteso da tempo, nonostante gli avvocati di Trump avessero provato a impedirne la pubblicazione – come mostrano diverse lettere che sono state allegate al rapporto stesso. Il dipartimento di Giustizia lo ha pubblicato questa mattina. Un secondo volume del rapporto, invece, non sarà reso noto.

Il primo volume, in oltre 130 pagine (che diventano più di 170 con tutti gli allegati) ricostruisce nel dettaglio le azioni portate avanti da Trump, in molti casi già emerse negli scorsi anni: "Quando divenne chiaro che il signor Trump aveva perso l'elezione e che i mezzi legali per contestare il risultato avevano fallito, fece ricorso a una serie di tentativi criminosi per mantenere il potere", si legge. Si parla delle pressioni esercitate sui pubblici ufficiali incaricati di gestire il processo elettorale nel 2020, sull'allora vicepresidente Mike Pence, ma anche della spinta a protestare rivolta ai propri sostenitori.

Nel complesso, Smith afferma: "L'opinione del dipartimento (di Giustizia, ndr) che la Costituzione proibisca la messa l'accusa e la messa a processo di un presidente è categorica e non cambia in base alla gravità dei reati, la forza delle prove raccolte o il merito dell'accusa". E poi dice esplicitamente: "Se non fosse stato per l'elezione del signor Trump e il suo imminente ritorno alla presidenza, la procura ha ritenuto che le prove sarebbero state sufficienti per ottenere una condanna al processo".

Per quanto riguarda il secondo volume, questo riguarda le accuse a Trump di aver portato documenti riservati della Casa Bianca nella propria villa di Mar-a-Lago, in Florida. È stata la stessa procura speciale a consigliare di non renderlo noto al pubblico, vista la natura dei documenti al centro dell'indagine. Gli avvocati del presidente eletto, però, stanno portando avanti una battaglia legale per impedire che a vederlo siano anche solo i parlamentari statunitensi. Una decisione arriverà giovedì, quando ci sarà un'udienza sulla questione.

Anche per quanto riguarda il rapporto già pubblicato, la reazione di Trump e dei suoi legali non si è fatta attendere. Come dimostrano diverse lettere pubblicate in allegato al documento, fino a pochi giorni fa erano proseguiti i tentativi per impedire che il testo venisse reso noto al grande pubblico, parlando di "accuse false e screditate". Anche se, come lo stesso Smith aveva sottolineato nella sua risposta, non c'era "alcuna specifica obiezione fattuale ai contenuti" del rapporto.

Lo stesso Trump ha commentato sui social dopo la pubblicazione: "Lo squilibrato Jack Smith", ha scritto, "non è stato in grado di perseguire con successo l'avversario politico del suo ‘capo', il ‘corrotto Joe Biden', e così ha finito per scrivere un altro ‘rapporto' basato su informazioni che il ‘comitato non eletto di sgherri e teppisti' ha ILLEGALMENTE DISTRUTTO E CANCELLATO, perché mostravano quanto fossi totalmente innocente".

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