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Trump blocca i fondi Usaid: a rischio i programmi contro poliomielite, malaria, Hiv e malnutrizione di tutto il mondo

L’amministrazione Trump ha deciso di ritirare gli aiuti esteri e smantellare l’Usaid, con gravi conseguenze per la salute globale e la stabilità dei paesi in via di sviluppo. La sospensione dei fondi rischia di causare emergenze sanitarie, aumentare la mortalità infantile e mettere in pericolo milioni di vite in tutto il mondo.
A cura di Francesca Moriero
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La decisione dell'amministrazione Trump di ritirare gli aiuti esteri e smantellare l'Agenzia degli Stati Uniti per lo Sviluppo Internazionale (Usaid) rischia di causare enormi sofferenze umane, come evidenziato dalle proiezioni dell'Agenzia stessa. La sospensione degli aiuti ha infatti aumentato significativamente i rischi per la salute globale, con la possibilità di epidemie incontrollabili, un incremento della mortalità infantile e gravi conseguenze per numerosi paesi in via di sviluppo.

Cos'è l'USAID e perché è così importante

Fondata nel 1961 sotto la presidenza di John F. Kennedy, l'Usaid ha il compito di coordinare e gestire gli aiuti internazionali degli Stati Uniti, con l‘obiettivo di rafforzare l'impegno del paese per la stabilità globale. L'Agenzia, da oltre sessant'anni, ha gestito i finanziamenti per progetti umanitari e di cooperazione a livello globale: ha operato in oltre 130 paesi, finanziando programmi di sviluppo, emergenze sanitarie e assistenza umanitaria. Nel 2023, ad esempio, ha distribuito circa 45 miliardi di dollari in aiuti, concentrandosi su aree come Ucraina, Africa subsahariana e Medio Oriente. Ha inoltre svolto un ruolo cruciale nella lotta contro l'HIV/AIDS, nelle risposte alle emergenze sanitarie, tra cui la pandemia da COVID-19, e nel finanziamento di progetti educativi e agricoli in paesi devastati da conflitti o disastri naturali. Negli ultimi anni, però, l'Usaid è stata al centro delle critiche da parte della destra americana, che l'ha accusata di sostenere iniziative che sarebbero in contrasto con gli interessi nazionali. I repubblicani sostengono infatti che l'Agenzia abbia finanziato progetti legati ai diritti LGBTQ+, alla giustizia climatica e alla libertà di stampa in paesi che, a loro dire, sono ostili agli Stati Uniti, promuovendo così politiche progressiste all'estero.

La campagna di smantellamento di Trump

Dall'inizio del suo secondo mandato, il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha intrapreso una serie di azioni per smantellare l'Usaid. Con un ordine esecutivo, nel gennaio 2025 ha sospeso tutti gli aiuti internazionali per 90 giorni, in attesa di una revisione dei fondi distribuiti, costringendo l'Agenzia a fermare molte delle sue attività. Le accuse della destra americana per cui l'Agenzia avrebbe finanziato iniziative in contrasto con gli interessi nazionali, promuovendo politiche progressiste in paesi stranieri, ha suscitato forti critiche dal partito democratico e dalle organizzazioni umanitarie: le azioni di Trump sono state descritte come "totalmente illegali"; il partito e le ONG hanno poi messo in evidenza il rischio di una crisi globale nei settori chiave come salute, istruzione e supporto ai paesi in difficoltà, con potenziali danni anche per gli interessi degli Stati Uniti. Nei giorni scorsi, è emerso poi che l'amministrazione Trump ha deciso di ridurre drasticamente il personale di moltissime altre Ong, con stretto coinvolgimento di Elon Musk: l'Usaid, in particolare, subirà nei prossimi giorni, un'ulteriore riduzione del personale, con la perdita di almeno duemila posti di lavoro e la messa in congedo amministrativo di gran parte dei suoi dipendenti a livello globale, secondo documenti visionati dall'Associated Press. Questa decisione è stata resa possibile da una recente sentenza del giudice federale Carl Nichols, che ha respinto l'ingiunzione volta a fermare il piano di licenziamenti.

La mossa della Casa Bianca farebbe parte di una più ampia strategia di contenimento della spesa pubblica e riorganizzazione delle risorse federali, come promesso da Trump durante la sua campagna elettorale.

Le Conseguenze al taglio dei fondi Usaid

Secondo una serie di memo redatti da Nicholas Enrich, assistente amministrativo per la salute globale presso l'Usaid, la sospensione degli aiuti potrebbe portare a emergenze sanitarie devastanti. Tra le proiezioni, si prevede un aumento di 18 milioni di casi di malaria ogni anno, con 166mila decessi in più. Circa 200mila bambini potrebbero rimanere poi paralizzati ogni anno a causa della poliomielite, e un milione di bambini non verrebbe trattato per malnutrizione acuta grave, che spesso porta alla morte. Ogni anno si potrebbero verificare oltre 28mila nuovi casi di malattie infettive come Ebola e Marburg. I tagli ai fondi per l'Hiv di Usaid, decisi dal governo Trump, potrebbero provocare poi 500mila morti nei prossimi 10 anni in Sud Africa. La cura della tubercolosi resistente ai farmaci, potrà inoltre costare fino a 154mila dollari per paziente negli Stati Uniti, mettendo così sotto pressione anche i sistemi sanitari globali. Le ripercussioni di queste decisioni, infatti, vanno oltre la salute, influenzando l'economia globale e mettendo a rischio anche la stabilità politica internazionale. Il taglio degli aiuti ha già portato anche alla chiusura di cliniche destinate alla comunità transgender in India, luoghi che assistevano circa cinquemila persone. Queste strutture, finanziate inizialmente proprio dall'Agenzia, non saranno più in grado di garantire assistenza a causa dei fondi sospesi, e così, la comunità transgender indiana, insieme ai medici locali, ha ora chiesto al governo indiano di intervenire per sostenere e ampliare questo modello di assistenza. Le previsioni parlano anche di epidemie incontrollabili di mpox e influenza aviaria, che potrebbero raggiungere fino a 105 milioni di casi solo negli Stati Uniti. Si prevede anche un aumento della mortalità materna e infantile in 48 paesi e un incremento del 30% dei casi di tubercolosi resistente ai farmaci. La disorganizzazione dei programmi contro la tubercolosi all'estero potrebbe comportare poi un aumento dei pazienti negli Stati Uniti.

Matthew Kavanagh, direttore del Georgetown University Center for Global Health Policy and Politics, ha avvertito che il mancato invio degli aiuti salvavita potrebbe portare insomma alla morte di milioni di persone tra le più emarginate al mondo. Secondo Kavanagh, "l'amministrazione Trump sta violando ordini del tribunale e non sta consegnando gli aiuti salvavita che afferma di finanziare sotto una deroga". Con lo smantellamento di Usaid e la cessazione dei suoi programmi, non solo "si rischiano milioni di morti tra i più vulnerabili del mondo, ma si sta anche innescando una crisi costituzionale al servizio della crudeltà".

Nicholas Enrich, intanto, è stato messo in congedo il 23 febbraio scorso.

Le richieste delle ONG e la risposta dell'Unione Europea

Un gruppo di ben 96 organizzazioni non governative ha così immediatamente scritto una lettera ai leader dell'Unione Europea, chiedendo loro di rispondere rapidamente alla decisione dell'amministrazione Trump di ridurre drasticamente i fondi per gli aiuti esteri. La sospensione degli aiuti mette a rischio l'accesso a cure sanitarie, istruzione e servizi essenziali per milioni di persone e molte ONG rischiano così ora di dover chiudere i propri programmi, licenziando il personale e riducendo l'efficacia delle risposte alle crisi. Le ONG chiedono all'Unione Europea di aumentare i finanziamenti per i progetti umanitari e di creare un nuovo sistema di aiuto sostenibile, che coinvolga nuovi donatori, il settore privato e gli Stati Membri della stessa UE.

L'obiettivo è quello di "evitare che le decisioni di un singolo paese mettano a rischio la vita di milioni di persone e ne interrompano l'assistenza essenziale", scrivono.

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