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Trump ammette la sconfitta: “Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio”

Il presidente uscente per la prima volta “proclama” la fine del suo mandato alla Casa Bianca. “È la fine del più grande mandato della storia” dice con amarezza. Trump ha poi criticato duramente le proteste violente nella sede del Congresso a Washington, avvertendo che “coloro che hanno infranto la legge pagheranno”.
A cura di Biagio Chiariello
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“Il Congresso ha certificato i risultati delle elezioni. Una nuova amministrazione sarà inaugurata il 20 gennaio. Il mio obiettivo ora è quello di assicurare una transizione dei poteri tranquilla e ordinata”.
Donald Trump, per la prima volta dopo mesi di tentativi per ribaltare l’esito del voto di novembre, riconosce la sconfitta elettorale, pur senza mai citare il presidente eletto Joe Biden. Anche se a ben vedere quella di Trump appare più come un'amara riflessione su quella che definisce "la fine del più grande mandato presidenziale della storia, ma è solo l'inizio della nostra lotta per fare l'America di nuovo grande. Ho sempre detto che continueremo la nostra lotta per assicurare che solo i voti legali contino". Prima di congedarsi, ha voluto ringraziare i cittadini americani: "Servire come vostro presidente è stato l'onore della mia vita".

Trump condanna violenze al Congresso

"L'obiettivo adesso si rivolge a garantire una transizione ordinata e senza soluzione di continuità del potere", spiega l'ormai ex presidente USA, che parla anche delle violenze al Congresso – durante le quali sono morte 5 persone tra cui un agente di polizia –  definendole un "attacco atroce" che lo ha lasciato "indignato per la violenza, l'illegalità e il caos generato". “E’ l’ora di raffreddare gli animi e di ripristinare la calma. Bisogna tornare alla normalità dell’America”, ha affermato Trump: “Voi non rappresentate il nostro Paese. E coloro che hanno infranto la legge pagheranno”, ha affermato, dicendosi scioccato da quanto accaduto e ribadendo come l’America deve essere il Paese del ‘law and order’.

Si dimette un ministro

E mentre si rincorrono le voci su una possibile rimozione dall’incarico di Trump prima del 20 gennaio, giorno in cui Biden si insedierà alla Casa Bianca, il ministro dell'Istruzione americano, Betsy DeVos, ha presenta la lettera di dimissioni al presidente uscente. Si allargano dunque le fila degli esponenti che in queste ore, dopo i drammatici fatti di Capitol Hill, stanno abbandonando l'amministrazione repubblicana. "Non c'è dubbio sull'impatto che la tua retorica ha avuto sulla situazione, per me è stato il punto di svolta", si legge nella missiva diretta a Trump.

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