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Trump accusato di frode, richiesta danni di 250 milioni di dollari: “È caccia alle streghe”

I giudici ordinano anche la revoca dei certificati aziendali che davano la possibilità a Trump di operare a New York. L’ex presidente nega tutte le accuse e considera il caso di New York come una “caccia alle streghe”.
A cura di Matteo Pelliccia
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Un giudice di New York ha stabilito che Donald Trump è responsabile di una frode. L'ex presidente degli Stati Uniti avrebbe manipolato ripetutamente il valore della sua ricchezza attraverso asset gonfiati e operazioni finanziarie false per centinaia di milioni di dollari. La decisione rappresenta un duro colpo per Trump e potrebbe ostacolare la sua capacità di candidarsi alle prossime elezioni americane.

Trump e gli altri imputati hanno sempre negato di aver commesso frode. Il procuratore generale di New York, Letitia James, aveva citato in giudizio Trump nel settembre del 2022, accusando lui, i suoi due figli adulti e la Trump Organization di aver gonfiato il valore delle loro proprietà di oltre due miliardi di dollari per soddisfare le esigenze della loro attività.

La sentenza emessa dal giudice Arthur Engoron presso il tribunale dello stato di New York risolve la principale accusa di frode avanzata nella causa, concentrandosi ora su un insieme più ristretto di sei accuse rimanenti e determinando l'entità di eventuali sanzioni.

Il processo inizierà il due ottobre e potrebbe durare almeno fino a dicembre. Il procuratore James chiede sanzioni per un importo di 250 milioni di dollari e il divieto per Trump di fare affari nello stato di New York.

Il giudice Engoron ha dichiarato invece che i documenti presentati mostrano chiaramente valutazioni fraudolente utilizzate negli affari, sottolineando che "si tratta di una realtà distorta rispetto al mondo reale".

Tra gli esempi citati da Engoron, Trump in un rendiconto finanziario avrebbe sopravvalutato del 2300% Mar-a-Lago, la lussuosa residenza di Palm Beach in Florida, e avrebbe sostenuto che l'attico alla Trump Tower di New York era tre volte più grande di quanto fosse in realtà.

Il giudice ha anche ordinato la cancellazione dei certificati aziendali che permettevano ad alcune delle attività di Trump, tra cui la Trump Organization, di operare a New York.

Nonostante queste decisioni, gli avvocati di Trump sostengono che la sentenza rappresenti un "errore giudiziario" e hanno annunciato un ricorso. Trump, nel frattempo, continua a negare tutte le accuse e considera il caso di New York come parte di una "caccia alle streghe" politicamente motivata.

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