Trump accusato di alto tradimento: “Ha messo in pericolo la vita di tutti i membri del Congresso”
Con i suoi proclami e incitamenti ai sostenitori che poi hanno assaltato il Congresso statunitense il 6 gennaio scorso Donald Trump "ha messo in pericolo la vita di tutti i membri del Congresso”, con queste parole i dirigenti del Parlamento americano a cui è stato dato l'incarico di avviare l‘impeachment del Presidente uscente hanno chiesto formalmente la messa in stato di accusa di Trump. I dirigenti della Camera hanno presentato il loro caso contro Trump in una nota legale, depositata martedì mattina, in cui hanno accusato Trump di aver fomentato la violenza contro il Congresso nel tentativo di ostacolare il pacifico trasferimento dei potere al nuovo presidente eletto Biden.
"Ha messo in pericolo la vita di tutti i membri del Congresso istigando i sostenitori alla rivolta caricandoli come un cannone puntato sul Campidoglio", si legge nello stato di accusa secondo cui Trump è responsabile di un "tradimento di proporzioni storiche". Secondo l'accusa, il tycoon "Ha inoltre minacciato il sistema costituzionale che protegge le libertà fondamentali, messo a repentaglio un pacifico passaggio dei poteri e compromesso la sicurezza nazionale". Tutto ciò, concludono i manager, costituisce "una violazione costituzionale che legittima l'esclusione da qualunque futuro incarico federale".
Per il team della Camera incaricato dell'impeachment di Trump, "La responsabilità del presidente per gli eventi del 6 gennaio è inconfondibile". "Lo sforzo del presidente Trump di estendere la sua presa sul potere fomentando la violenza contro il Congresso è stata una profonda violazione del giuramento che aveva prestato. Se provocare una rivolta insurrezionale contro una sessione congiunta del Congresso dopo aver perso un'elezione non è un reato tale da fare scattare la messa in stato di accusa è difficile immagina cosa lo sarebbe" hanno scritto.
Le motivazioni della messa in stato di accusa di Trump è solo il primo di numerosi documenti legali che saranno prodotti prima dell'inizio del processo previsto per il 9 febbraio. La difesa di Trump al processo sostiene che si tratta di un procedimento incostituzionale e basa la sua documentazione principalmente sulla legalità di condannare un presidente non più in carica. La stessa tesi ribadita anche dai repubblicani in Senato tanto che è improbabile che i 67 voti richiesti per la condanna si concretizzino.