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Truffa all’Ue, ottenevano illecitamente contributi agricoli: 57 indagati, 9 arrestati

Un gruppo affaristico-criminale ben organizzato – che si sarebbe avvalso di una fitta rete di complici tra operatori dei centri di assistenza agricola e prestanomi (pagati 1.000 euro circa) – avrebbe ottenuto illecitamente contributi comunitari destinati all’agricoltura. Maxi sequestro da 3 milioni di euro, 57 indagati di cui 9 arrestati.
A cura di Fabio Giuffrida
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Maxi operazione della Guardia di Finanza che ha portato all'arresto di 9 persone per associazione a delinquere finalizzata alla illecita percezione di aiuti comunitari destinati all'agricoltura. 57 sono gli indagati per un sequestro totale che ammonta a circa 3 milioni di euro (che si aggiungono al milione e mezzo di fondi precedentemente sequestrati per un totale di 4,5 milioni, ndr). Il sequestro, nello specifico, riguarda immobili, terreni, autoveicoli, quote societarie e denaro. Alcune delle persone denunciate, poi, sarebbero collegate ad esponenti di spicco della criminalità organizzata; tra gli arrestati anche i responsabili di tre centri di assistenza agricola che avrebbero omesso di eseguire i previsti controlli sulle domande presentate, attestandone falsamente la regolarità e agevolando la commissione delle frodi da parte dei percettori dei contributi. "A chiedere i fondi erano, nella maggior parte dei casi, braccianti agricoli e casalinghe. Di fatto non c'era alcun controllo, i fondi comunitari venivano sperperati in questo modo" ha confermato il sostituto procuratore, Ilaria Corda.

Smascherata una fitta rete di complici e prestanomi

Le indagini sono durate circa un anno e rappresentano il seguito dell'operazione "Terra Bruciata" conclusasi nel mese di maggio 2014 che ha portato al sequestro di 1 milione e mezzo di euro di contributi illecitamente percepiti e all'esecuzione di 13 misure cautelari personali. Un'indagine che è scaturita – come confermano i militari – da una denuncia presentata da un privato il quale aveva scoperto che il suo fondo era stato destinatario di incentivi. A sua insaputa. Così le Fiamme Gialle hanno scoperto un gruppo affaristico-criminale ben organizzato che si sarebbe avvalso di una fittissima rete di complici come alcuni operatori dei  Centri di assistenza agricola i quali, omettendo i controlli previsti dalla legge, sarebbero diventati parte integrante del sistema. Gli indagati, dunque, avrebbero operato in questo modo: interrogavano le banche dati dei Centri di assistenza agricola alla ricerca di terreni non ancora utilizzati per l'ottenimento degli aiuti, così provvedevano a redigere falsi contratti di affitto e/o di comodato di tali terreni con oggetti del tutto ignari e talvolta persino deceduti, intestandoli però a persone compiacenti i quali, dopo aver consegnato copia dei propri documenti di riconoscimento necessari per le istanze di accesso ai finanziamenti, avrebbero intascato mazzette da 1.000 euro. Sono stati utilizzati persino i terreni della Diocesi di Agrigento e del Consorzio Sviluppo Industriale di Gela, del tutto ignari di questo traffico illecito. Sono state individuate, tra l'altro, decine di imprese agricole che sarebbero state costituite allo scopo di gestire solo sulla carta, per ogni annualità, oltre 1.500 ettari di terreno. Infine, il sodalizio criminale avrebbe già presentato domande di pagamento di contribuiti all'Agenzia per le Erogazioni in Agricoltura per circa un milione di euro per l'anno 2015, relativamente alle quali sono state avviate le procedure per il blocco dell'erogazione.

Maxi sequestro da 3 milioni di euro

Come sottolineato dalla Guardia di Finanza, si tratterebbe di "fenomeni illeciti che incidono fortemente sull'economia della Regione". Oltre al sequestro dei beni sono stati bloccati i titoli al portatore degli indagati (per un totale di 641 mila euro che si aggiungono ai 700 mila euro precedentemente confiscati per un totale di 1 milione e 300 mila euro, ndr) che avrebbero dato loro la possibilità di ottenere altri contributi comunitari. Come confermato dal comandante della compagnia della Guardia di Finanza di Caltagirone, "potrebbe esserci una cabina di regia che ha organizzato questi soggetti". Le indagini, infatti, non si sono ancora concluse.

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