Tregua finita in Siria, su Aleppo tornano le bombe
Le forze armate siriane hanno annunciato unilateralmente la fine della tregua umanitaria in Siria siglata a Ginevra con l'impegno diretto di Washington e Mosca. La Russia ha sostenuto la scelta del governo siriano, affermando che se i ribelli non rispettano il cessate il fuoco non ha senso che il governo lo rispetti unilateralmente. Le opposizioni in esilio avevano già detto nel pomeriggio che la “tregua è clinicamente morta”. Poche ore dopo l’annuncio della fine della tregua, nuovi bombardamenti si sono abbattuti su Aleppo. Gli attacchi hanno preso di mira Sukkari e Amiriyah, due quartieri orientali della città. Lo riferisce la tv panaraba al Jazira citando il proprio corrispondente ad Aleppo est. Anche l’Osservatorio siriano dei diritti umani ha riferito che proiettili di artiglieria stanno piovendo sulla città siriana.
Reciproci scambi di accuse – Il cessate il fuoco era entrato in vigore il 12 settembre scorso ed è stato quasi subito messo a rischio da scontri e reciproci scambi di accuse. Secondo quanto emerge da un rapporto pubblicato dall'Osservatorio siriano per i diritti umani, un totale di 92 civili sono rimasti uccisi negli ultimi sette giorni proprio nelle zone dove era in vigore il cessate il fuoco. Tra le vittime, vi sarebbero almeno 29 bambini e 17 donne.
Accordo Russia-Stati Uniti – Mentre a Ginevra è ancora previsto un incontro tra rappresentanti militari russi e americani, a New York, a margine dell'assemblea generale dell'Onu, il segretario di Stato americano John Kerry ha detto di avere ancora qualche speranza perché regga la tregua. Il Dipartimento di Stato ha ricordato che l'accordo è stato sottoscritto da Russia e Stati Uniti, e gli americani sono pronti a lavorare con i russi per estendere la tregua e l'invio di aiuti umanitari. Sulla stessa lunghezza d'onda si è posto anche l'inviato speciale delle Nazioni Unite, Staffan De Mistura, affermando che solo Mosca e Washington possono dichiarare terminata la tregua in Siria.