Tregua a Gaza, Israele frena sull’accordo: “Hamas rinnega una clausola”, ma i Palestinesi smentiscono
Mentre nella Striscia di Gaza si festeggia e tutto il mondo tira un sospiro di sollievo per l’annunciato accordo di tregua tra Israele e Hamas, una crisi dell’ultimo minuto potrebbe mettere di discussione il patto informale siglato a Doha. L’annuncio è arrivato questa mattina dal governo israeliano e in particolare dall’ufficio del Premier Benjamin Netanyahu. Alla base del ripensamento dell’ultimo minuto una clausola che, per gli israeliani, Hamas starebbe cercando di eliminare.
Nel dettaglio, l'ufficio di Netanyahu sostiene che Hamas si è tirata indietro da alcune parti dell'accordo di cessate il fuoco che non permette di finalizzare l'intesa raggiunta tra i negoziatori e ha annunciato che "Il governo israeliano non si riunirà finché i mediatori non notificheranno a Israele che Hamas ha accettato tutti gli elementi dell'accordo".
L'ufficio del Premier israeliano ha dichiarato giovedì mattina che il primo ministro ha parlato con il team negoziale israeliano a Doha, che lo ha informato che Hamas sta cercando di rinnegare gli accordi già raggiunti. In una dichiarazione, viene affermato che, contrariamente alla clausola dell'accordo annunciato ieri, "Hamas chiede che venga determinata l'identità dei terroristi da rilasciare". Secondo la dichiarazione, Netanyahu ha ordinato al team di respingere questa richiesta a priori.
Il riferimento è ai prigionieri palestinesi che Israele si è impegnata a liberare in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani. L’accordo annunciato dal Qatar prevede il rilascio immediato di 33 ostaggi israeliani, tra cui anche cittadini americani, donne e bambini e over 50, in cambio della liberazione di 30 palestinesi per ogni ostaggio civile e 50 palestinesi per ogni soldatessa israeliana.
L’accordo per un cessate il fuoco a Gaza prevede l’entrata in vigore domenica con il rilascio dei primi ostaggi ma deve essere ratificato dal governo che deve riunirsi oggi per approvarlo.
Hamas dal suo canto però ha smentito ogni ripensamento e confermato il proprio impegno a rispettare l'accordo di cessate il fuoco con Israele raggiunto ieri. "Siamo impegnati a rispettare l'accordo annunciato ieri dai mediatori" ha assicurato infatti l’alto funzionario di Hamas Izzat el-Risheq in risposta alle affermazioni dell'ufficio del Premier israeliano. Le affermazioni del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu "non hanno alcun fondamento" ha ribadito anche Sami Abu Zuhri, funzionario del movimento islamista palestinese, secondo quanto riferito dall'emittente "Al Jazeera".
Citando una fonte molto vicina al dossier, la tv pubblica israeliana Kan riferisce però che il motivo del ritardo nell'annuncio di Netanyahu sull'accordo di cessate il fuoco è "una crisi che si è creata con il ministro Bezalel Smotrich", che attualmente rappresenta "una vera minaccia per la sopravvivenza del governo".
Lo stesso ufficio del primo ministro israeliano ha sottolineato anche che l'accordo non prevede il ritiro dell'esercito il corridoio Filadelfia durante la prima fase. "Contrariamente a resoconti fuorvianti, Israele non si ritirerà dal corridoio di Filadelfia. Israele rimarrà nella Fase A del corridoio per l'intero periodo di 42 giorni", si legge infatti nella dichiarazione.