Tre fratelli abusati da preti pedofili fanno causa al Vaticano: “Ha coperto gli abusi”
Luke, Stephen e Ben Hoffman, tre fratelli statunitensi, sono stati abusati durante la loro adolescenza da Curtis Wehmeyer, un prete dell'arcidiocesi di St. Paul e Minneapolis. Il sacerdote è stato arrestato nel 2012 e condannato a 5 anni di carcere dopo la denuncia della madre dei tre ragazzi. Il caso portò nel 2015 alle dimissioni dell'arcivescovo John Nienstedt, che non prese alcun provvedimento disciplinare contro il pedofilo. Per questo, i fratelli Hoffman hanno presentato martedì una causa contro il Vaticano con l’accusa di non aver denunciato alle autorità i preti sospettati di pedofilia, contribuendo così a mettere a rischio molti minori.
Durante una conferenza stampa, i tre fratelli, accompagnati da altre due vittime di preti pedofili, hanno annunciato di aver presentato una causa federale nello Stato del Minnesota. I cinque, inoltre, chiedono alla Santa Sede di aprire gli archivi e diffondere i nomi dei sacerdoti colpevoli di abusi. “Non voglio che nessun altro passi per ciò che io e i miei fratelli abbiamo subito – ha affermato Stephen – pretendo solo che il Vaticano faccia ciò che è giusto”.
Secondo l’accusa, all'interno della Chiesa la condotta di Wehmeyer era conosciuta molto prima che il prete abusasse dei fratelli Hoffman. Nel 2004, infatti, la polizia fermò il sacerdote in un parco pubblico del Minnesota dove avvenivano incontri sessuali. A Wehmeyer, successivamente, era stato diagnosticato un disturbo sessuale. L'arcivescovo di allora lo trasferì in un’altra parrocchia relegandolo a funzioni amministrative. Non ci rimase molto in quel ruolo perché, nel 2009, il prete pedofilo ritornò ad essere sacerdote a tutti gli effetti. Sarebbe stato proprio il nuovo arcivescovo, John Nienstedt, a ridargli la sottana. Nei tre anni seguenti, il prete ha abusato di Luke, Stephen e Ben Hoffman durante i campeggi estivi quando i tre erano adolescenti. Dopo la denuncia della madre dei ragazzi, nel 2012 Wehmeyer è stato arrestato e dichiarato colpevole di abusi sessuali e possesso di pornografia infantile.
Il quarto querelante è un uomo di 51 anni, Jim Keenan, che ha subito abusi negli anni Settanta da parte di un prete, Tom Adamson, le cui azioni sarebbero state tenute in segreto dalla Chiesa. “Mi sono fatto avanti per fare causa al Papa e al Vaticano – ha detto Keenan ai giornalisti – perché tutto questo deve finire”. L’ultimo accusatore è Manuel Vega, tre le 30 vittime di un prete messicano, Fidencio Silva Flores, che sembra sia tornato in patria dopo aver compiuto i suoi abusi negli Usa. “È un altro di quelli che devono essere trovati”, ha spiegato Vega durante la stessa conferenza stampa. “Da quello che ho sentito è in Messico o in Spagna, ancora attivo e pericoloso”.
L'avvocato americano del Vaticano, Jeffrey Lena, non ha rilasciato commenti. Mentre l’arcivescovo Nienstedt ha negato con forza le accuse di aver coperto il prete pedofilo. I fratelli Hoffman, durante la conferenza stampa, hanno detto che il loro obiettivo e far emergere la verità: costringere il Vaticano a rendere pubblici i nomi dei sacerdoti accusati di pedofilia e gli abusi da loro compiuti. "Sono ancora cattolico, ho un profondo amore per la Chiesa e per la mia fede, per me significa tutto – ha detto Ben tra le lacrime – ma il Vaticano deve risolvere questo problema”.
Nel periodo 1950-2016, i parroci americani accusati di pedofilia sono stati oltre 6.700, d’accordo con i dati della conferenza episcopale degli Stati Uniti. Nel 2014, davanti alle Nazioni Unite, monsignor Silvano Maria Tomasi ha ammesso che più di 3.400 accuse credibili di abusi sessuali su minori erano arrivate alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Come conseguenza, 848 parroci sono stati licenziati e oltre 2.500 misure disciplinari sono state applicate negli altri casi. I nomi dei preti pedofili, però, non sono mai stati resi pubblici. La causa aperta negli Stati Uniti adesso potrebbe segnare un nuovo capitolo nello scandalo pedofilia nella Chiesa cattolica.