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Travis King è tornato negli Stati Uniti: il rimpatrio del soldato entrato illegalmente in Corea del Nord

Travis King, il soldato americano che nel mese di luglio era entrato illegalmente in Corea del Nord, è stato rimpatriato in una base americana del Texas. “Si trova in buone condizioni di salute: ringraziamo il governo della Svezia per averci aiutato” sono le dichiarazioni del governo americano.
A cura di Matteo Pelliccia
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"Il soldato dell'esercito americano Travis King è su un volo di ritorno negli Stati Uniti dopo essere stato restituito alla custodia americana ed aver attraversato la Corea del Nord", ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato Matthew Miller. Il governo degli Stati Uniti ha annunciato così che il soldato americano entrato illegalmente in Corea del Nord nel mese di luglio è stato rimpatriato.

King è arrivato stamattina, dopo essere stato espulso dal Paese asiatico nella giornata di mercoledì 27 settembre, in una base militare del Texas.

"Apprezziamo la dedizione del governo che ha lavorato instancabilmente per il benessere del soldato King. Inoltre, ringraziamo il governo della Svezia per il suo ruolo diplomatico di potenza protettrice degli Stati Uniti nella Repubblica Democratica Popolare di Corea", ha dichiarato Miller.

L'intervento del governo svedese è stato reso necessario dal fatto gli Stati Uniti e la Corea del Nord non hanno alcuna relazione diplomatica diretta. Gli sforzi per recuperare King sono giunti in un momento di particolare tensione, poiché i funzionari statunitensi hanno recentemente messo in guardia pubblicamente Pyongyang "dal fornire armi alla Russia per la sua lotta in Ucraina". All'inizio di settembre, poi, Kim Jong Un si è recato in Russia per un incontro con il Presidente russo Vladimir Putin.

Una volta atterrato in Texas, lo stato psicofisico del soldato è apparso subito normale: "King è in buone condizioni di salute" riferisce un portavoce del dipartimento di Stato. Il soldato americano aveva appena scontato una pena di quasi due mesi in Corea del Sud con l’accusa di aggressione. Era entrato illegalmente in Corea del Nord il 18 luglio, seppure non è mai stato diffuso la motivazione d'ingresso nel paese asiatico.

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