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Trascorre 17 anni in cella per stupro mai commesso, dovrà pagare anche vitto e alloggio al carcere

Il caso del 57enne britannico Andrew Malkinson che, dopo 17 anni in prigione, ha ottenuto l’annullamento della sua condanna. Ora vuole un risarcimento ma per la legge dovrà pagare le spese di alloggio e per il cibo consumato in prigione.
A cura di Antonio Palma
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“Sono disgustato dall'idea di dover anche pagare per il mio rapimento", così Andrew Malkinson descrive il suo stato d’animo dopo aver appreso che, in caso di risarcimento per ingiusta detenzione, dovrà pagare anche le spese di alloggio e per il cibo consumato in prigione durante i suoi 17 anni trascorsi da innocente in una cella di un carcere inglese.

Il 57enne britannico mercoledì ha finalmente vinto una lunga battaglia per riabilitare il suo nome dopo che nel 2003 era stato condannato all'ergastolo in quanto riconosciuto colpevole di aver violentato una donna nella Greater Manchester. Dopo 17 anni in una cella della prigione di Frankland e una battaglia legale che va avanti da anni, gli alti giudici della Corte d'appello infatti hanno annullato la sua condanna stabilendo che non ha mai commesso quel crimine. La svolta dopo che alcune prove del DNA lo hanno scagionato e collegato al crimine un altro uomo.

L’uomo ha annunciato che ora chiederà un risarcimento danni allo stato che per una detenzione così lunga potrebbe arrivare fino a un milione di sterline. Da quella somma però per legge vanno scalati vitto e alloggio da pagare al carcere per gli anni di detenzione. Secondo le norme in vigore nel Regno Unito, infatti, è possibile effettuare detrazioni ai risarcimenti quando coloro che sono stati incarcerati ingiustamente hanno realizzato "risparmi sostanziali realizzati sul costo della vita mentre erano in custodia".

“Non può essere vero che innocenti debbano pagare per la loro tortura" ha dichiarato ai giornali locali Andrew Malkinson, sottolineando che alla base del suo caso di malagiustizia ci sarebbe un comportamento scorretto degli inquirenti che avrebbero ignorato prove a sua discolpa. Al momento del processo del signor Malkinson, infatti, non c'erano prove del DNA che lo collegassero al crimine e l'accusa si basava solo su testimonianze. Un campione di DNA però era conservato nell'archivio forense e non era mai stato analizzato. Il campione è stato scoperto e analizzato lo scorso ottobre ed è stato infine collegato a un altro uomo, che nel frattempo è stato arrestato.

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