Tragedia Nazionale in Norvegia: 91 morti. Arrestato il presunto responsabile
Si aggrava drammaticamente il bilancio della doppia azione terroristica di cui ieri è stata vittima la Norvegia, colpita nel cuore della sua capitale Oslo e sull'isola di Utoya, al congresso dei giovani laburisti. Il Premier Jens Stoltenberg ha dichiarato che si tratta di una vera "tragedia nazionale" ed ha annunciato che tutte le bandiere dello stato saranno poste a mezz'asta.
I numeri fanno rabbrividire: al campus dei laburisti un uomo si è presentato vestito da poliziotto e, stando a quanto sostiene una giovane testimone di 15 anni scampata alla carneficina, avrebbe esortato i presenti ad avvicinarsi a lui per avere delle "informazioni importanti", dopodiché avrebbe aperto il fuoco sulla folla che cercava di scappare, uccidendo 84 persone. A cui vanno aggiunte le 7 vittime delle esplosioni ad Oslo nel palazzo che ospita alcuni uffici governativi, tra cui quello del Primo Ministro; i figli del premier pare che si trovino anch'essi sull'isola di Utoya, secondo quanto avrebbe scritto il Times.
Il capo della polizia norvegese ha diffuso la notizia dell'arresto di quello che ritiene il diretto e unico responsabile di entrambe le azioni: si tratterebbe di Anders Behring Breivik, 32 anni, direttore di una factory biologica il che presumibilmente ha dato la possibilità all'uomo di ricorrere a prodotti chimici per fabbricare gli ordigni. Vicino agli ambienti della destra xenofoba, sarebbe un "fondamentalista cristiano", stando a quello che hanno riferito le forze dell'ordine: tuttavia si aspettano ulteriori informazioni in merito, onde escludere la possibilità che l'attentatore avesse dei complici o, nel caso, giungere a nuovi fermi.
Così, mentre sfuma la pista che portava all'Islam, il primo ministro ha parlato di un vero e proprio "incubo", ricordando come le riunioni dei giovani nell'isola fossero un momento di gioia e condivisioni per quanti volessero avvicinarsi alla politica; ha inoltre sottolineato come questa violenza e questo inferno siano un attacco alla società norvegese, nota per essere sempre "aperta" "dove si può partecipare al confronto politico senza subire alcuna minaccia".