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Covid 19

“Topo contagioso”. Vandalizzata l’auto di una dottoressa che lavora in un ospedale covid

Silvana Bonino, ginecologa spagnola che lavora all’ospedale di Barcellona, ha trovato la sua automobile imbratta a con la scritta “Rata contagiosa”, cioè “topo contagioso”. La donna è quotidianamente impegnata in un ospedale con molti malati di coronavirus.
A cura di Davide Falcioni
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Quando Silvana Bonino, ginecologa spagnola che lavora all'ospedale di Barcellona, è andata a recuperare la sua auto è trasalita trovandosi di fronte alla scritta "rata contagiosa" (topo contagioso) che un vandalo le aveva fatto con una bomboletta sulla carrozzeria. Il riferimento è al fatto che la dottoressa lavora in ospedale ed è di conseguenza molto esposta al coronavirus.  Il gesto è stato subito condannato e ha suscitato un’ondata di indignazione sui social, che tacciano l’autore della scritta come ‘ignorante’.

Non è il primo episodio di intolleranza verso il personale sanitario in un paese, la Spagna, che sta facendo registrare il più alto numero di contagi in Europa e il secondo più alto numero di morti. Ad Alcázar de San Juan, a Ciudad Real, un altro dottore nei giorni scorsi aveva trovato un biglietto sul portone della sua abitazione che lo invitava a trasferirsi altrove durante l’emergenza. “Sappiamo che lavoro fai e lo apprezziamo, ma dovresti anche pensare ai tuoi vicini. Qui ci sono bambini e anziani”. Un messaggio molto simile è stato recapitato anche a un dipendente di un supermercato, quotidianamente esposto a rischi.

Ma non è ancora tutto: un'altra cassiera in Spagna ha trovato davanti alla porta di casa un messaggio anonimo, letto anche dal figlio di dieci anni della donna, in cui le si intimava di andarsene per il bene del vicinato. A Tolosa, una giovane operatrice socio-sanitaria, Sophie Rainoldi, rientrando nella sua abitazione dopo una giornata di lavoro si è trovata di fronte ad una spiacevole sorpresa: sulla porta di casa c’era un messaggio da parte dei vicini che le chiedevano di lasciare il suo alloggio per la loro “sicurezza”.

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