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Tommaso Claudi, il “console” italiano rimasto a Kabul, porta in salvo un bambino afghano in lacrime

È rimasto a Kabul il “console” italiano Tommaso Claudi che sta curando le operazioni di evacuazione di parte della popolazione afghana dopo la presa del potere da parte dei Talebani e che è stato immortalato in uno scatto mentre porta in salvo un bambino, tra le lacrime, all’esterno dell’aeroporto di Kabul. “Grazie Tommaso”, il tweet del segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi.
A cura di Chiara Ammendola
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Tommaso Claudi a Kabul nelle foto posta dalla Farnesina
Tommaso Claudi a Kabul nelle foto posta dalla Farnesina

Prende un bambino tra la folla e lo porta via in braccio mentre il piccolo visibilmente spaventato e in lacrime si affida a lui per tentare di sopravvivere a quella calca e raggiungere l'aeroporto di Kabul. Lui è Tommaso Claudi, il diplomatico italiano che a Kabul ricopre la carica di Secondo Segretario nella Cancelleria Consolare, e che è rimasto nella capita Afghana anche dopo l'arrivo dei Talebani in rappresentanza della diplomazia italiana così come hanno fatto molti altri paesi.

Claudi è stato immortalato, proprio mentre aiuta il piccolo, in uno scatto postato su Twitter dal segretario generale della Farnesina, Ettore Sequi, e poi subito diventato virale. "Grazie Tommaso", scrive Sequi. Originario di Camerino, nel Maceratese, 31 anni il prossimo 30 agosto, Tommaso Claudi è in missione a Kabul dal 2019 e in questi giorni sta curando quelle che sono le operazioni di evacuazione della popolazione afghana dopo la presa del potere da parte dei Talebani. Da giorni migliaia di persone sono accalcate all'esterno dell'aeroporto di Kabul con la speranza di poter lasciare il Paese a bordo di uno dei tanti voli militari che stanno portando all'estero attivisti, diplomatici, ma anche persone che hanno collaborato con i paesi occidentali in passato.

Rimarrò qui tutto il tempo necessario

"Sono un diplomatico che rappresenta l'Italia in un contesto complesso e in costante evoluzione – aveva detto qualche giorno fa in un'intervista spiegando lo spirito col quale è rimasto in Afghanistan – che opera nel quadro di una missione istituzionale del mio Paese. Rimarrò quindi tutto il tempo necessario, finché ce ne sarà bisogno". Claudi, intervistato in più di un'occasione in questi giorni, ha spiegato le scene drammatiche alle quali hanno dovuto assistere dal giorno in cui i Talebani hanno ripreso il potere: "In Afghanistan stiamo assistendo ad una grande tragedia umanitaria e tutti stiamo dando il massimo mettendoci tutto il cuore e la professionalità di cui siamo capaci". A elogiare il lavoro di Claudi c'è anche il sindaco del piccolo paese di cui è originario Claudi che all'Ansa ha spiegato: "La decisione di restare in Afghanistan mostra tutto il suo senso dello Stato e del dovere e il fatto che sia figlio della nostra città per noi è motivo di grande orgoglio".

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